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NBA, ritorno in campo con 30 squadre: Michael Jordan ha detto no

CORONAVIRUS
©Getty

Nel Board of Governors dei proprietari, il più forte oppositore all’idea di coinvolgere tutte le 30 squadre nella "bolla" è stato Michael Jordan, in qualità di proprietario degli Charlotte Hornets. Per MJ non ha senso richiamare i giocatori e metterli a rischio per partite senza niente in palio

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Delle quattro proposte per tornare in campo messe sul tavolo dalla NBA, una è stata quasi subito scartata: quella di coinvolgere tutte le 30 squadre per concludere la stagione. Secondo quanto scritto da Shams Charania di The Athletic, a opporsi in maniera maggiore è stato soprattutto Michael Jordan in qualità di proprietario degli Charlotte Hornets, facendosi voce anche dei giocatori: secondo MJ non ha senso far tornare i giocatori, allenatori e staff ed esporli al rischio di contrarre il coronavirus per partite senza nulla in palio, specialmente per quelle squadre già eliminate dai playoff. Tra queste c’è anche la squadra di Jordan, distante sette partite piene dall’ottavo posto occupato dagli Orlando Magic e quindi praticamente già fuori dai giochi, seppur non matematicamente come i Golden State Warriors. In ogni caso, la proposta di richiamare tutti nella bolla di Orlando è già stata accantonata, così come probabilmente quella dei gruppi in stile Mondiali, mentre prende maggiore piede un ritorno a 22 squadre con partite di regular season, torneo play-in e playoff completi al meglio delle sette partite. Di fatto, quindi, gli Hornets di Jordan possono già cominciare a pensare alla prossima stagione, che con ogni probabilità ricomincerà a Natale.