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NBA, si va verso un ritorno a 22 squadre: giovedì il voto finale?

RITORNO IN CAMPO
©Getty

Tra i quatto scenari ipotizzati da Adam Silver ai proprietari NBA, quello con maggiore sostegno vede il ritorno in campo di 22 squadre per diverse partite di regular season, un mini-torneo per gli ultimi posti dei playoff e post-season con serie al meglio delle 7 gare. Giovedì nella nuova riunione del Board of Governors potrebbe arrivare l’ok definitivo

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Continuano ad arrivare nuovi dettagli per il tanto atteso ritorno della stagione NBA. Dopo la notizia data da The Athletic secondo la quale il commissioner Adam Silver avrebbe proposto la data del 31 luglio per ricominciare a giocare, ESPN ha riportato che c’è un formato che sta raccogliendo maggiori consensi rispetto agli altri tre, coinvolgendo 22 squadre a Orlando per disputare diverse partite di regular season, organizzare un torneo play-in per gli ultimi posti per i playoff e successivamente una post-season classica con serie da 7 partite. Le altre proposte erano: il ritorno direttamente dai playoff con 16 squadre; una “fase a gironi” stile Mondiali di calcio a 20 squadre (poco apprezzata dai GM); e il ritorno di tutte e 30 le franchigie fino ad arrivare a 72 gare disputate (una proposta che appare ormai definitivamente scartata). Il numero di 22 squadre individuato dalla NBA permetterebbe a tutte le squadre entro sei gare di distanza dall’ultimo posto ai playoff di giocarsela fino alla fine, e coinvolgerebbe New Orleans, Portland, Sacramento, San Antonio, Phoenix e Washington. Nel caso in cui fossero 20 — soluzione non del tutto tramontata —, Phoenix e Washington rimarrebbero fuori.

Perché la NBA a 22 squadre è il compromesso giusto tra le varie parti

Questa soluzione a 20-22 squadre permetterebbe di trovare il giusto compromesso tra tutte le varie parti in causa. La “bolla” di Orlando non sarebbe estesa a tutte le 30 squadre e relativi familiari (aumentando quindi il numero di persone e quello dei possibili contagi) e tutte le partite avrebbero una loro importanza, sia per il posizionamento nella griglia playoff che per l’effettiva partecipazione alla post-season. Oltre a mantenere una parvenza di “normalità” con un formato vicino rispetto a quello già utilizzato — con l’unica eccezione del torneo play-in, che però era paventato già da molto tempo —, questa soluzione verrebbe incontro alle richieste dei giocatori, che avevano sottolineato più volte l’importanza di avere qualche partita a disposizione per tornare in ritmo prima dell’inizio dei playoff. Ultimo ma non meno importante, avere un numero di partite consistente tra le tre fasi permetterebbe di generare un maggior numero di ricavi piuttosto che ripartire immediatamente dai playoff. Una decisione definitiva dovrebbe arrivare nella nuova riunione dei proprietari prevista per giovedì 4 giugno, quando sarà necessaria una maggioranza del 75% per approvare il piano di ritorno in campo. L’ultima parola, in ogni caso, spetterà ad Adam Silver: “Ci stiamo allineando tutti dietro la guida di Adam” ha detto un proprietario a ESPN. “Gli interessi del singolo finiranno. Sappiamo che nessuna soluzione sarebbe perfetta per tutte le parti in causa”.