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Ripartenza NBA: giocatori a Orlando separati dalle famiglie per mesi?

coronavirus
©Getty

In attesa delle conferme che troverebbero arrivare tra qualche giorno a seguito del voto dei proprietari delle franchigie, l’ipotesi “bolla” a Disney World appare sempre più probabile: i giocatori dentro per settimane, con il rischio di non vedere i propri cari almeno fino a settembre (o forse ottobre)

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Nulla è ancora stato deciso, ma continuano a circolare diverse indiscrezioni riguardo la ripartenza della stagione NBA. Il formato, la modalità scelta, le tempistiche e le persone che potranno prendere parte alla fase finale e alle partite. L’ultima notizia filtrata in ordine di tempo è quella relativa all’opportunità delle squadre di restare il più possibile in isolamento all’interno del “ritiro” in Florida: una situazione di totale distanza dal resto del mondo che costringerebbe i giocatori a rinunciare (certamente in una prima fase) alla compagnia della famiglia. Per alcuni però, soprattutto per le squadre con speranza di andare avanti nella corsa playoff, la lontananza dagli affetti potrebbe protrarsi per mesi: soprattutto nella prima fase sarebbero già tante le squadre coinvolte e giocatori e staff richiederanno uno sforzo enorme nel lavoro di isolamento e monitoraggio che la NBA sta organizzando in questi giorni. In sostanza, avere anche le famiglie al seguito farebbe lievitare in maniera eccessiva i numeri (e di conseguenza i rischi) delle persone che in qualche mondo entrerebbero in contatto con i giocatori, con lo staff e con chi dovrà poi scendere in campo. L’ipotesi dunque è quella di evitare in una prima fase ogni tipo di presenza extra, in attesa che il numero delle squadre ancora in corsa si riduca per permettere poi di avere una maggiore facilità nella gestione dei numeri e dei possibili portatori di contagio. A livello temporale però, se l’arrivo in Florida è previsto entro il 15 di luglio, il ricongiungimento con le famiglie per chi andrà avanti ai playoff potrebbe arrivare soltanto a settembre inoltrato, forse addirittura a ottobre. Secondo indiscrezioni, mancano ancora dettagli a riguardo ma questa è la convinzione che sempre più giocatori iniziano ad avere a questo punto. Un altro sacrifico insomma, l’ennesima precauzione da dover prendere per cercare di portare a termine la stagione NBA.