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NBA, Kevin Durant esclude il rientro: "Non sono pronto per l'intensità dei playoff"

NBA
©Getty

Definitive le parole pronunciate dal n°7 dei Nets a The Undefeated: "Quest'anno non torno in campo, la mia stagione è finita". Poi racconta il lungo processo di riabilitazione, la positività al Covid-19 ("All'inizio è stato uno shock") e le aspettative future: "A Brooklyn c'è l'energia dei nuovi inizi"

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Kevin Durant lo ripete per l’ennesima volta, stavolta senza lasciar spazio a nessun dubbio e fugando le lutime speranze di chi aveva guardato alle quote dei suoi Nets a Las Vegas per sognare un suo ritorno in campo: “La mia stagione è finita [senza essere in realtà mai cominciata, ndr]. Non ho intenzione di giocare. L’abbiamo deciso immediatamente la scorsa estate, quando ho subìto l’infortunio. Penso che per me sia meglio aspettare, non penso di essere pronto per giocare già il prossimo mese con l’intensità necessaria nelle sfide di playoff. Aspettare mi dà più tempo e mi permette di essere più pronto per la prossima stagione e per il resto della mia carriera”, ha dichiarato la superstar dei Brooklyn Nets in una lunga intervista a Marc J. Spears. Durant manca dai parquet NBA da gara-5 delle ultime finali NBA, disputate in maglia Warriors contro i Raptors e se ammette di non veder l’ora di scendere in campo con la nuova maglia dei Nets, il n°7 di Brooklyn ha anche ammesso di essersi unicamente concentrato su di sé per escludere ogni tipo di pressione che un contesto di squadra avrebbe potuto comportare: “È come se avessi dovuto cancellare tutto il resto e riconcentrarmi soltanto su me stesso, per capire come volevo affrontare questo infortunio. Per la prima volta al centro della riabilitazione ci sono stato soltanto io: ho sentito che era meglio non far parte della squadra ma prendermi il tempo necessario per concentrarmi ogni giorno solo su me stesso”. “In passato — ha fatto notare Durant — mi sono caricato di pressioni addizionali per tornare a giocare il prima possibile. Vedevo i miei compagni divertirsi in campo e volevo esserci anch’io. Questa volta sono stato più paziente, soprattutto mentalmente, pensando a cosa fosse meglio nel lungo periodo”.

Durant e le sfide: l’infortunio, il Covid, i Nets del futuro

Oltre alla lunga riabilitazione dall’infortunio, KD ha dovuto fronteggiare anche l’inattesa positività al Covid-19, uno dei quattro giocatori dei Nets — l’unico conosciuto — ad aver contratto il virus. “È stato uno shock, ma poi è subentrata la curiosità: volevo capire cosa significasse essere positivo, come si sarebbe comportato il virus. E più mi sono informato, più mi sono tranquillizzato. Più che altro è subentrata una sorta di curiosità su come affrontarlo”. Messa alle spalle anche l’esperienza coronavirus, a Durant non resta che guardare al futuro: “Non vedo l’ora di tornare a giocare, per inseguire insieme ai miei compagni il nostro obiettivo: la sfida che ho davanti mi stimola tantissimo. A Brooklyn c’è tanta energia e la cultura sportiva è davvero profonda, la gente di qui non vede l’ora di avere una squadra da amare. C’è l’entusiasmo degli inizi, il Barclays Center esiste da soli sei anni e noi siamo una delle prima versioni dei Nets da cui la gente si aspetta tantissimo prima ancora di vederci scendere in campo. Queste aspettative mi piacciono, voglio dare il massimo per questa gente, per i nostri tifosi”. A partire, però, dal prossimo dicembre.