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NBA, ecco "Blackballed": il documentario di Chris Paul sui Clippers di Donald Sterling

SERIE TV

In un periodo di grandi agitazioni razziali, Chris Paul insieme a Doc Rivers e DeAndre Jordan ha prodotto “Blackballed”, un documentario in dodici parti sugli avvenimenti del 2014 che hanno portato all’allontanamento di Donald Sterling, allora proprietario degli L.A. Clippers

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In un periodo storico in cui la questione razziale è al centro del dibattito e delle proteste negli Stati Uniti d’America, c’è un nuovo documentario direttamente legato alla NBA che affronta l’argomento. Si chiama “Blackballed” e racconta gli eventi dell’aprile del 2014 che hanno portato all’allontanamento di Donald Sterling, allora proprietario degli L.A. Clippers, a seguito di alcuni commenti estremamente razzisti condivisi in un’ambiente privato e diventati di dominio pubblico. Il documentario — disponibile sulla piattaforma Quibi e diviso in dodici episodi da 10 minuti ciascuno — è stato realizzato da Chris Paul, Doc Rivers e DeAndre Jordan, i quali non solo appaiono come personaggi intervistati sui fatti del tempo ma sono anche co-produttori della serie. A occuparsene in prima persona è stato l’avvocato di L.A. — e tifoso dei Clippers — Sam Widdoes, che ha raccontato al Los Angeles Times come si è giunti all’idea del documentario: “Quando Doc Rivers mi ha raccontato il loro primo incontro a seguito degli audio di Sterling, ho capito che volevo diventare un filmmaker, per poter raccontare ciò che è successo. Si tratta di una storia che va oltre il basket: è una storia umana, di identità”. La serie, girata dal regista Michael Jacobs, non intende fornire entrambe le versioni della storia (per questo volutamente gli Sterling non sono stati coinvolti), ma dare uno sguardo a come la squadra ha affrontato gli avvenimenti di quei giorni, alla loro rabbia e alla loro reazione con gli occhi del mondo puntati addosso (“Se non rispondiamo nella maniera giusta, tireranno pietre anche a noi oltre che a Sterling” dice Rivers nel documentario). Per questo appaiono anche J.J. Redick e Matt Barnes, oltre al commissioner della NBA Adam Silver, il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti (che ricorda una conversazione telefonica con Sterling appena dopo lo scandalo come “una delle più bizzarre che io abbia mai avuto”) e il presidente di Disney Bob Iger, oltre a varie personalità dei media. “Nessuno aveva mai sentito il racconto di quei giorni direttamente dai giocatori” dice Jacobs, che per girare le interviste ha utilizzato la tecnologia creata da Errol Morris in cui l’intervistato guarda direttamente in camera. “Unendo quella storia insieme alla questione razziale in America e l’intersezione tra sport e dinamiche di potere, ciò che viene raccontato ha enorme rilevanza anche oggi, mantenendo aperta la conversazione”. Inizialmente prevista per giugno, come successo con The Last Dance anche Blackballed è stato anticipato al 18 maggio per coprire il “buco” lasciato dalla mancanza di sport live, accelerando alcune richieste di immagini per poterlo concludere in tempo. “Vorrei che in questo momento parlassimo delle Finals insieme al documentario” ha concluso Jacobs. “Speriamo che gli appassionati di sport possano interessarsi a questa storia”.