NBA, LeBron James: "Spero che Kobe Bryant sia orgoglioso dei Lakers". VIDEO
PAROLENella notte in cui supera un grande amico di Kobe Bryant come Derek Fisher, e diventa il giocatore con più vittorie nella storia dei playoff NBA, LeBron James mantiene vivo il ricordo del "Black Mamba". Con delle parole davvero toccanti
Ogni volta che LeBron James raggiunge un nuovo traguardo, stabilisce un nuovo record — e lo fa con la maglia dei Los Angeles Lakers — il nome di Kobe Bryant torna a emergere dal passato, un passato così recente da essere ancora vivissimo in ogni giocatore gialloviola. E così, nella notte in cui “King” James supera un’altra bandiera dei Lakers del passato (e un grande amico di Kobe) come Derek Fisher e diventa il giocatore con più vittorie nella storia dei playoff (162), al n°23 viene chiesto quale ruolo ha la figura di Kobe Bryant nella corsa al titolo n°17 della storia della franchigia: “Alla fine tutto quello che vogliamo è che lui e la sua famiglia possano essere orgogliosi di noi”, risponde LeBron.
“Anzi, vogliamo rendere orgogliosi tutti i grandi giocatori che hanno indossato questa maglia, da Kobe in giù: è una tradizione qui, ma è anche una nostra responsabilità, quella di dimostrare il più grande rispetto possibile verso chi ha indossato questi colori prima di noi. E questo è quello che anche Dr. Buss [Jerry, l’ex proprietario dei Lakers, padre di Jeanie, ndr] avrebbe voluto”, conclude il leader dei Lakers.
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E di sicuro Bryant e Buss sarebbero stati orgogliosi di vedere un giocatore dei Lakers superare un altro giocatore dei Lakers in cima alla classifica dei campioni con più vittorie nella storia dei playoff: “Qualcosa che non ho mai neppure sognato. Non è che da ragazzino ti dici: ‘Voglio diventare il n°1 per vittorie ai playoff’: quello che volevo era semplicemente essere un vincente, sviluppare una cultura vincente e giocare in un’organizzazione vincente, facendo ogni cosa in mio potere per aiutare i miei compagni a vincere. Questo record è la conseguenza di tutto ciò”. Poi con grande stile James riconosce il merito — non solo suo — di un primato straordinario: “Non succede senza l’aiuto di tutti i miei compagni di squadra nel corso di tutti questi anni, senza l'aiuto dei vari coaching staff, dei general manager, dei proprietari, di trainer e dei ball boys — di chiunque cioè ha un ruolo, magari anche piccolo, nella costruzione di questi successi. A Cleveland prima, poi a Miami e ora qui a Los Angeles ho fatto parte di tre grandi organizzazioni, e il merito se stasera ho tagliato un traguardo storico va anche a loro”.