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NBA, Kevin Durant accoglie Steve Nash e promuove Caris LeVert: "Può essere perfetto"

NBA
©Getty

Intervenuto al podcast di JJ Redick, la superstar dei Nets ha speso parole entusiastiche per il suo prossimo allenatore, Steve Nash: "Voglio essere una spugna, e imparare da lui tutto quello che può insegnarmi". Altrettanto positive le parole su Caris LeVert: "Sento che può fare di tutto su un campo da basket"

Se la firma di Steve Nash ai Nets ha sorpreso molti, quasi impossibile sia arrivata senza la benedizione di Kevin Durant e di Kyrie Irving. E difatti, alla prima occasione utile — la partecipazione al podcast di JJ Redick, “The Old Man and the Three” — il n°7 di Brooklyn ha confermato il suo grande entusiasmo nell’avere come prossimo allenatore il due volte MVP con la maglia dei Phoenix Suns: “Il modo in cui è capace di comunicare e il modo in cui capisce la pallacanestro ci aiuteranno molto a crescere”, ha dichiarato Durant. “Ogni volta che sono stato in palestra assieme a lui ero come una spugna, pronto ad assorbire ogni consiglio. Mi considero uno studente del gioco, e non vedo l’ora di imparare anche da lui, uno che sui campi NBA ne ha viste davvero tante, in epoche anche diverse tra loro”. I due hanno iniziato a stabilire un rapporto anni fa — molto prima dell’esperienza di Nash come consulente negli Warriors di Durant: a introdurli l’attuale assistente ai Nets Adam Harrington.

I due si sono piaciuti da subito, anche fuori dal campo, come confermano le parole di Steve Nash: “Considero un privilegio poter lavorare con uno dei giocatori più forti di sempre, un campione che ama farsi allenare, sempre curioso, pronto a fare domande per migliorare e per non smettere mai di imparare. È così in campo, è così anche fuori dal campo, una persona davvero di un certo spessore, che ha obiettivi ambiziosi per sé, anche fuori dalla NBA. Le mie parole su di lui lo inquadrano più come persona che come giocatore: uno che non ha paura a chiedere aiuto se questo vuol dire poter migliorare: vuol dire essere a proprio agio con se stessi, avere grande fiducia in sé, aspetti che si uniscono a un’incredibile etica del lavoro, una costante spinta a dare sempre il meglio, grande durezza mentale e ovviamente un talento unico”.

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Nel corso del podcast, poi, Kevin Durant ha anche incoronato uno dei nomi emersi prepotentemente nel corso dell’ultima stagione ai Nets, quel Caris LeVert capace di stabilire massimi in carriera in quasi ogni categoria, dai punti (18.7 a sera), agli assist, ai rimbalzi e alla percentuale da tre punti (36.4%): “Può essere perfetto per integrarsi con noi: su singola sera può essere tanto il miglior marcatore che il miglior passatore, sa gestire un attacco NBA ed è pericoloso anche in post. Sento che ha ogni strumento per fare davvero di tutto su un campo di basket. Siamo una squadra di giocatori altruisti, di gente capace di giocare anche lontano dal pallone: da noi chiunque può diventare una stella, su singola serata”.  

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Un anno di pausa: a cosa è servito

Poi Durant non ha mancato di raccontare un anno vissuto lontano dalla competizione NBA ma un po’ a sorpresa invece di esprimere frustrazione si è detto grato di quanto ha potuto fare negli ultimi dodici mesi: “Grato innanzitutto del fatto che una squadra abbia scelto di concedermi un contratto al massimo salariale anche dopo un infortunio tremendo come la rottura del tendine d’Achille. E poi sono grato della chance di aver potuto guardare al basket con occhi nuovi, dalla prospettiva degli allenatori e anche dei tifosi. Quest’anno lontano dal campo alla fine è stato comunque positivo, mi sono concentrato di più su quello che mi piace fare maggiormente fuori dal basket, anche se ora non vedo l’ora di tornare in campo e giocare”. Anche i tifosi dei Nets, sicuri di poter puntare in alto con il nuovo Durant.

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