
NBA, Davis&LeBron da paura (65 punti e 23 rimbalzi): tutti i protagonisti di gara-2
Il duo di superstar dei Lakers è al suo meglio in gara-2, una partita dove invece gli Heat devono rinunciare a due fondamentali giocatori da quintetto (Dragic e Adebayo): ma la vittoria di L.A. non è solo targata LeBron James e Anthony Davis

LOS ANGELES LAKERS-MIAMI HEAT 124-114 (GARA-2) | I Lakers vincono anche gara-2 tenendo a distanza per tutta la gara i Miami Heat, che si battono fino alla fine nonostante le assenze di Dragic e Adebayo. LeBron James (33 punti) e Anthony Davis (32 + 14) dominano sotto i tabelloni, non basta un grande Jimmy Butler da 25 punti e 13 assist. Ai gialloviola ora mancano due vittorie per l’anello
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GORAN DRAGIC & BAM ADEBAYO | Giocoforza i primi due protagonisti di gara-2 sono due giocatori che neppure scendono in campo: lo sloveno (secondo miglior marcatore di squadra nei playoff) e il lungo (il secondo All-Star degli Heat oltre a Butler) non recuperano dai rispettivi infortuni — fascite plantare per Dragic, spalla e collo per Adebayo. Una brutta tegola per coach Spoelstra, che lancia in quintetto Tyler Herro e Meyers Leonard

ANTHONY DAVIS | “AD” sbaglia un solo tiro in tutto il primo tempo, chiuso con 7/8 e 15 punti. Il secondo lo apre segnando le prime 7 conclusioni, continuando una prestazione strepitosa non solo dal punto di vista realizzativo ma anche a rimbalzo (14 totali di cui 8 offensivi). È il primo giocatore da Shaquille O’Neal nel 2001 a chiudere una gara di finale oltre i 30 punti e i 7 rimbalzi in attacco: alla sirena ai 14 rimbalzi aggiunge infatti 32 punti (con 15/20 al tiro!) e avanza la candidatura al titolo di MVP se la serie dovesse andare in direzione Los Angeles
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LEBRON JAMES | Come nel primo episodio della serie, il n°23 di coach Vogel sembra in controllo del ritmo di gara fin dalla palla a due: con lui è subito “triple double watch”, e un primo tempo da 12 punti (con 5/9) 6 assist e 4 rimbalzi lo conferma. Le cifre finali sono come al solito mostruose: a 33 punti è il miglior marcatore della partita, ma ci aggiunge anche 9 assist e 9 rimbalzi, con un ottimo 14/25 al tiro. E appena dopo la sirena ricorda Kobe: “Speriamo di aver reso orgogliosa la sua famiglia con questa vittoria”
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RAJON RONDO | La point guard dei Lakers tira oltre il 41% da tre punti nei playoff ma in gara-2 assomiglia più a un altro protagonista (Ray Allen) della corsa al titolo dei suoi Celtics nel 2008. L’ex Kentucky fa 3/4 dalla lunga distanza, ma ovviamente non è tutta qui la sua prestazione: ai 16 punti (con 5/9 complessivo al tiro) aggiunge anche 10 assist per una sontuosa doppia doppia che conferma l’importanza della sua esperienza a questi livelli
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JIMMY BUTLER | Il leader degli Heat manda a referto 8 assist nel solo primo tempo (suo massimo in carriera per una gara di playoff), in cui si mette al servizio della squadra ma non fa mancare neppure i punti (11). Pur giocando su una caviglia malconcia, non fa mancare il suo apporto ed è protagonista di una partita davvero encomiabile che chiude a 2 rimbalzi dalla tripla doppia: 25 punti, 13 assist e 8 rimbalzi non bastano però a evitare la sconfitta ai suoi Heat
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TYLER HERRO | Scelto da Spoelstra per rimpiazzare Goran Dragic in quintetto, a 20 anni e 256 giorni il prodotto di Kentucky diventa il più giovane giocatore di sempre a partire da titolare in una finale NBA, rubando il primato addirittura a Magic Johnson. E Herro risponde presente: chiude con 17 punti e 7 rimbalzi anche se tira sotto il 50% (5/12) e non è preciso dall’arco (solo un canestro su tre tentativi)
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KELLY OLYNYK | Spoelstra non sceglie lui per rimpiazzare Adebayo in quintetto (preferendo schierare all’inizio Meyers Leonard) ma alla fine l’ex Gonzaga ha 37 minuti in campo contro i 9 del suo compagno. E Olynyk fa di tutto per meritarseli: tira bene dal campo (9/16 alla sirena con 3 triple a segno) e chiude sfiorando la doppia doppia con 24 punti e 9 rimbalzi

KENDRICK NUNN | Il playmaker dei Miami Heat, a malapena alto 1.85, si è reso protagonista di una stoppata sensazionale su Anthony Davis, sbucando dal nulla e volando in cielo per bloccare l’appoggio della stella dei Lakers, fino a quel momento dominante. I due, entrambi nativi di Chicago, si conoscono peraltro sin dal 2011, come testimoniato da un tweet che ha fatto il giro dei social
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UDONIS HASLEM | Durante il terzo quarto Udonis Haslem è stato immortalato dalle telecamere mentre prendeva a male parole i suoi compagni in panchina, con uno dei suoi timeout ormai diventati famosi. Dwyane Wade gli ha dato ragione sui social: "Chi sta fuori non può essere più arrabbiato di chi è in campo". Jimmy Butler dopo la partita ha detto: "Forse potrebbe cominciare a prenderci a male parole sin da inizio gara"
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JR SMITH | Scongelato dalla panchina sul finale del terzo quarto, JR Smith ha regalato tre minuti e 19 secondi di assoluto culto: zero in tutte le categorie statistiche, due falli uno più comico dell’altro. "Prodezze" che hanno provocato anche la reazione divertita in telecronaca di Flavio Tranquillo e Davide Pessina
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