Please select your default edition
Your default site has been set

Mercato NBA, Russell Westbrook vuole lasciare Houston, Harden si impegna coi Rockets

MERCATO NBA
©Getty

Dopo le voci sui dubbi di Westbrook e Harden sulla direzione presa da Houston, il sito The Athletic ha approfondito le tante questioni aperte all’interno dei Rockets. Westbrook vuole lasciare la squadra, cercando un ruolo da generale in campo come ai tempi di OKC; Harden invece ha ribadito il suo impegno con la franchigia — ma i problemi nello spogliatoio rimangono

Gli Houston Rockets in questo momento sono l’epicentro del mercato NBA. Dopo gli addii in rapida successione di coach Mike D’Antoni e il general manager Daryl Morey, nella giornata di ieri ESPN ha riportato anche i malumori di James Harden e Russell Westbrook, dubbiosi sulla direzione intrapresa dalla franchigia e dall’impegno del proprietario Tilman Fertitta per continuare a competere per il titolo. Il sito The Athletic è però andato ancora oltre, descrivendo nel dettaglio tutte le questioni aperte che in questo momento i Rockets devono affrontare. La prima e più importante è quella legata a Westbrook, che secondo quanto riportato vuole andarsene da Houston — volontà già espressa alla dirigenza della squadra, guidata adesso da Rafael Stone. Westbrook, arrivato lo scorso anno in cambio di Chris Paul, ha ancora tre anni e 132 milioni di dollari sul suo contratto, e trovare una squadra che possa assorbire un accordo di quella portata non sarà semplice, anche perché fino a questo momento i Rockets non hanno intrapreso nessuna trattativa né per Westbrook né tantomeno per Harden. Proprio per quanto riguarda il “Barba” si registra una buona notizia: secondo quanto emerso, l’MVP del 2018 ha ribadito il suo impegno nei confronti della franchigia ed è “concentrato sulla stagione”, come conferma il fatto di essere già tornato a Houston per prepararsi in vista del training camp. Una sua cessione quindi non sembra imminente — ma non è neanche da escludere che venga richiesta al termine della stagione o durante la stessa.

I dubbi di Westbrook: ruolo in campo e le responsabilità di Harden

I motivi che hanno portato Westbrook a chiedere di fatto la cessione riguardano sia il campo che lo spogliatoio. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, il 9 volte All-Star vorrebbe tornare ad avere un ruolo da generale in campo come lo aveva ad Oklahoma City, gestendo quindi la maggior parte dei possessi e non dovendoli dividere con un altro giocatore dominante con la palla in mano come Harden. Ancor più pesanti sono però i suoi malumori per quanto riguarda lo spogliatoio: secondo quanto riportato, all’ex Thunder non piace per niente la mancanza di responsabilità, di disciplina e di cultura all’interno della franchigia, trovandosi più volte durante la stagione a tenere discussioni descritte come “tese ma necessarie” con Harden per metterlo davanti alle sue responsabilità. Dopo una pesante sconfitta casalinga contro Portland a gennaio Westbrook ha tenuto un discorso ai compagni dicendo a ciascuno cosa stavano sbagliando, partendo da se stesso; secondo quanto riportato, Harden non è stato particolarmente ricettivo delle critiche, o almeno non quanto gli altri compagni. Al di là della loro amicizia, quindi, anche il rapporto tra le due stelle si è deteriorato — tanto da portare Westbrook a chiedere di essere ceduto.

approfondimento

Harden-Westbrook preoccupati dalle scelte Rockets

I problemi del resto dei Rockets, tra soldi, responsabilità e rispetto

La frustrazione di Westbrook non è però certamente isolata — anzi, diversi altri membri della squadra non sono felici della loro situazione personale e nel gruppo, tanto da descrivere la situazione come “un vero casino”. Problemi che cominciano da PJ Tucker, collante della squadra per eccellenza, che per tutta la stagione ha ribadito la sua ira per la situazione contrattuale, vedendo altri giocatori prendere molti più soldi di lui (solo 8 milioni) e sentendosi insultato quando la dirigenza ha atteso fino alla deadline del mercato per garantire il suo contratto per il 2020-21. Eric Gordon non ha problemi economici, ma dopo aver vinto il premio di Sesto Uomo dell’Anno nel 2017 non ha più ritrovato il suo ruolo e la sua importanza è andata via via calando all’interno delle gerarchie della squadra, frustrandolo per la mancanza di chiarezza (per quanto dovuta ai tanti infortuni). Anche Danuel House non era contento del suo utilizzo e coinvolgimento offensivo, sfidando verbalmente Harden, Westbrook e D’Antoni nel corso della stagione e scoppiando in una partita di gennaio ad Atlanta durante la quale ha preso a calci una sedia in panchina (un episodio non isolato, a quanto pare). Infine Austin Rivers, che ha già preannunciato che non eserciterà la sua player option per il prossimo anno, ha espresso la sua insoddisfazione per il suo utilizzo altalenante, prendendo a male parole D’Antoni per un cambio non effettuato e, in un’altra occasione, prendendosi degli insulti da Harden dopo un errore del Barba in lunetta — a suo dire dovuto al fatto che Rivers fosse in piedi in panchina, distraendolo.

 

La mancanza di responsabilità e una cultura di squadra pessima sono state confermate anche dal caso di Trevor Ariza, che ha lasciato la franchigia nel 2018 non solo alla ricerca di soldi, ma anche di rispetto — e di una serie di scuse che non sono mai arrivate e che lui sentiva di meritare. Le lamentele riguardavano anche le decisioni di cedere Chris Paul e Clint Capela sul mercato per fare spazio a Westbrook e Harden, così come quelle — sempiterne — sullo stile di gioco monotematico e poco inclusivo. Insomma, le questioni da risolvere per il GM Stone e il nuovo allenatore Stephen Silas (che ha alle sue spalle l'assistente John Lucas, apprezzatissimo — forse anche fin troppo — dalle stelle della squadra, Harden in particolare) sono davvero tantissime, e il tempo per farlo comincia a scarseggiare.

approfondimento

Clippers e Knicks interessati a Russell Westbrook