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Nico Mannion, chi è l’italiano del Draft NBA 2020

DRAFT NBA
©Getty

A dodici anni di distanza da Danilo Gallinari, un nuovo giocatore azzurro potrebbe essere scelto al primo giro del Draft NBA. Si tratta di Nico Mannion, figlio d’arte nato a Siena da padre americano e madre italiana che ha scelto di giocare con la nazionale azzurra. Nell’ultimo anno ad Arizona ha messo in mostra i suoi pregi e i suoi difetti: scopriamoli assieme

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Sono passati ben 12 anni da quando un giocatore italiano ha stretto la mano del commissioner della NBA ed è stato scelto al primo giro del Draft. Nel 2008 era stato Danilo Gallinari, terzo azzurro in tre anni consecutivi dopo Andrea Bargnani e Marco Belinelli, con Alessandro Gentile che al massimo è stato chiamato al secondo giro (ma senza mai fare il salto in NBA) e Nicolò Melli che ci è arrivato da free agent un anno fa dopo essere andato undrafted. Quest’anno però la situazione potrebbe cambiare, e il nuovo giocatore azzurro in NBA si chiama Niccolò Mannion, per tutti semplicemente Nico, playmaker nato a Siena che nonostante sia cresciuto negli Stati Uniti ha scelto di giocare per la nazionale italiana, con cui ha già debuttato nel 2018. E anche se non potrà stringere la mano ad Adam Silver (il Draft si terrà in forma virtuale), anche lui - come Paul Eboua, camerunense prodotto della Stella Azzurra di Roma - attende che il suo nome venga chiamato questa notte a partire dalle 2.00, in un Draft da seguire in diretta su Sky Sport NBA.

La storia personale di Nico Mannion

Nico ha una storia personale molto particolare. Suo padre Pace è un ex giocatore NBA, scelto al secondo giro nel 1983 dagli Warriors. Dopo aver girato sei squadre diverse nella lega ha fatto il salto oltreoceano, chiudendo la sua carriera in Italia dove ha conosciuto Gaia, ex giocatrice di pallavolo. Dalla loro unione a Siena è nato Nico, che possiede quindi sia la nazionale statunitense che italiana, ma che ha deciso di giocare con quella azzurra — disputando una gara per la squadra di Meo Sacchetti nelle qualificazioni ai Mondiali nel 2018. La sua carriera si è però sviluppata soprattutto negli Stati Uniti, dove è sempre stato un giocatore molto seguito (tanto da meritarsi un profilo su Sports Illustrated quando aveva 15 anni). A livello scolastico ha vinto per due anni consecutivi il titolo statale dell’Arizona con la Pinnacle High School di Phoenix, vincendo il premio di giocatore dello stato dell’anno da senior, facendosi conoscere anche nei circuiti AAU e disputando sia il McDonald’s All-American che il Nike Hoop Summit. Al momento di scegliere il college ha deciso di rimanere “a casa” scegliendo gli Arizona Wildcats invece di Marquette e Villanova, condividendo il campo con altri due prospetti in odore di primo giro come Josh Green e Zeke Nnaji.

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Che giocatore è Nico Mannion

Mannion è considerato da molti uno dei migliori passatori di questa classe, nonché uno dei playmaker più intelligenti. La sua comprensione e il suo feeling per il gioco sono indiscutibili, gestendo i pick and roll con grande capacità di lettura e riuscendo a servire i suoi compagni con tutti i passaggi immaginabili in quella situazione. Allo stesso modo, però, non è un giocatore che deve dominare il pallone per essere utile, riuscendo senza problemi a condividere le responsabilità creative anche con altri compagni. Mannion infatti è un buonissimo tiratore con i piedi per terra ed è ovviamente molto bravo ad attaccare una difesa già mossa, mettendo palla per terra e utilizzando una delle sue armi migliori per concludere a canestro, ovverosia il floater sopra le braccia dei difensori. Chi lo sceglierà al Draft sa di prendere uno che sa come si gioca a pallacanestro.

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I dubbi che circondano Mannion riguardano allora soprattutto la metà campo difensiva e la consistenza del suo tiro. Dal punto di vista fisico, l’azzurro è uno destinato a soffrire tra i professionisti della NBA: alto 190 centimetri, ha un’apertura di braccia inferiore rispetto alla sua altezza e pesa 86 chili, con un corpo piuttosto minuto sia a livello di spalle che di gambe. La sua mancanza di forza fisica gli impedisce di arrivare fino al ferro con convinzione, ma soprattutto lo rende un “bersaglio” per gli esterni nella metà campo difensiva, dove dovrà cavarsela usando l’intelligenza (che non gli manca) e l’astuzia (che arriverà con il tempo e l’esperienza). Ci sono però dubbi anche sul suo tiro, visto che in quattro degli ultimi cinque anni ha sempre chiuso sotto il 33% dalla lunga distanza, faticando con le percentuali soprattutto nei tiri dal palleggio. Mannion è uno che sa fare canestro, ma non è un tiratore naturale — e deve necessariamente lavorare sulla sua meccanica per potersi garantire un futuro in NBA che vada oltre quello di playmaker di riserva.

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Dove può finire Nico Mannion al Draft

Mannion insomma è lontano dall’essere un prodotto finito, e si potrà dare un giudizio completo solo quando avrà terminato la sua maturazione fisica e tecnica con il tiro. L’anno passato ad Arizona però non è stato particolarmente produttivo per lui, facendogli perdere posizioni (a inizio anno era considerato un giocatore da Lottery) con i suoi difetti fisici che sono stati sempre più esposti in entrambe le metà campo. La domanda che le squadre NBA dovranno farsi è se possa diventare qualcosa di più di un solido playmaker di riserva: chi vorrà scommettere sul suo talento e sul suo sviluppo atletico, potrebbe ritrovarsi un titolare preso tra la fine del primo giro e l’inizio del secondo, dove normalmente è già tanto trovare qualcuno che possa far parte di una rotazione. 

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