Prima ci dovrà essere l'addio di Trump e l'insediamento ufficiale di Joe Biden; poi la trasferta dei Lakers a Washington, assente nella prima metà del calendario diramato dalla NBA. Ma (dopo marzo) tutto fa pensare che LeBron James e compagni festeggeranno il loro titolo NBA 2020 ricevuti dal nuovo presidente USA
È da sempre una tradizione dello sport americano: i campioni (delle principali leghe sportive) vanno in visita alla Casa Bianca per celebrare il proprio titolo, ricevuti dal presidente degli Stati Uniti in carica. Una tradizione che però — almeno per quanto riguarda i campioni NBA — era ferma al 2016, con Barack Obama presidente e i Cleveland Cavs di LeBron James campioni NBA, l’ultima squadra a visitare il primo cittadino americano nello Studio Ovale. Poi più nulla, e il motivo è uno solo: la presenza al 1600 di Pennsylvania Avenue di Donald Trump, la cui politica è invisa alla stragrande maggioranza degli atleti NBA (leggendarie le polemiche a distanza con Steph Curry, Steve Kerr e gli Warriors) e le cui dichiarazioni spesso hanno voluto gettare discredito verso il mondo NBA. Ora però — via Trump, atteso l’insediamento di Joe Biden per il prossimo 20 gennaio — da Los Angeles fanno sapere che i Lakers hanno tutte le intenzioni di tornare alla Casa Bianca, anche se sulle date della possibile visita non può esserci ancora nessuna certezza.
Solitamente le squadre approfittano della trasferta nella capitale per giocare contro gli Wizards per visitare il presidente USA, ma nella prima metà del calendario — l’unica parte finora rilasciata dalla NBA — la sfida tra Washington e Los Angeles non è in programma. A complicare i piani anche la pandemia in corso, che richiede protocolli sanitari molto rigidi per permettere la visita di un’intera squadra — giocatori e staff — negli uffici del primo cittadino USA. “Per noi sarebbe un piacere e un onore veder riconosciuta la nostra vittoria dal presidente”, fanno intanto sapere fonti vicine alla squadra da Los Angeles. Non sembra una questione di “se”, ma di “quando”.
[testo di Zeno Pisani]