NBA, scotta la panchina di Luke Walton ai Kings: non "se" ma "quando", dicono a Sacramento
NBAA una serie (terminata) di 9 sconfitte in fila, i Kings hanno fatto seguire un inguardabile collasso in casa contro Charlotte nell'ultimo minuto, iniziato sopra i 8 punti. E ora, nonostante le parole di supporto di front office e giocatori, la panchina di Luke Walton sembra davvero traballare. E circola già il nome di un possibile sostituto
Sul quotidiano locale — il Sacramento Bee — non si parla di se ma di quando: “Quando verrà licenziato Luke Walton?”. E alla domanda ci sarebbe già una risposta: la soluzione ideale porta al break per l’All-Star Game. Per vari motivi: disputata l’ultima gara della prima metà di stagione giovedì notte in trasferta a Portland (preceduta da quella contro i Lakers, ma senza LeBron James), i Kings non tornano in campo prima dell’11 marzo, un’intera settimana utile a digerire l’avvicendamento in panchina e a permettere al nuovo allenatore (ad interim, il vice Alvin Gentry?) di iniziare a organizzare il proprio lavoro. Non solo: i giocatori — in “vacanza” durante il break — non sarebbero costretti a rispondere alle domande della stampa. Venerdì 5 marzo quindi — o al più tardi lunedì 8 — potrebbero essere le due date in cui i Sacramento Kings potrebbero annunciare l’allontanamento di coach Walton, in realtà fin qui difeso — a parole — sia dai suoi giocatori che dalla dirigenza: “Non sento nessun tipo di pressione dal front office — ha dichiarato l’allenatore dei Kings dopo una delle ultime sconfitte, quella contro i Knicks, la nona in fila di una striscia poi interrotta col successo su Detroit seguito però dall’incredibile collasso interno contro Charlotte (Sacramento sopra di 8 entrando nell’ultimo minuto di gioco, capace di sbagliare 5 liberi negli ultimi 69 secondi). “Anzi, sono stati di grande supporto: sento ancora una connessione profonda, tanto nel valutare quello che siamo oggi e cosa vogliamo diventare in futuro”.
Novità in panchina e non solo, tra possibili trade e quintetti da cambiare
Ma — dichiarazioni di facciata a parte — l’impressione è che Walton possa davvero avere le ore contate. Al secondo anno di un contratto quadriennale, finora ha raccolto 44 vittorie a fronte di 62 sconfitte (dopo un record di 142-210 in tre anni sulla panchina dei Lakers). Su di lui pesa una condanna tipica di tanti allenatori: non è la scelta del GM in carica (Monte McNair) bensì di quello precedente (Vlade Divac). A questo vanno ad aggiungersi risultati appunto non brillanti e a Sacramento sembra spirare un vento di cambiamento, che tocchi la panchina ma anche il campo (una trade prima del 25 marzo per Buddy Hield? La promozione in quintetto del rookie Tyrese Haliburton, una delle poche note liete della stagione?). Dallo spogliatoio arrivano voci a difesa di Walton, tanto da De’Aaron Fox (“La colpa è nostra, che scendiamo in campo”) che da Harrison Barnes (“Se eseguiamo il game plan come ci viene richiesto vinciamo. Quando perdiamo invece è perché manca energia, lo sforzo non è sufficiente. A volte mi sembra manchi anche un po’ di quoziente intellettivo in campo”). Ma le decisioni vengono prese dal general manager e dalla proprietà, non dai giocatori e la quinta striscia di sconfitte più lunga di sempre da quando i Kings sono a Sacramento — la più lunga dal 2009 — potrebbe richiedere un colpevole.