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Mercato NBA, Kristaps Porzingis frustrato: si sente "poco considerato" a Dallas

DALLAS
©Getty

Dopo l’eliminazione per mano degli L.A. Clippers in gara-7, Kristaps Porzingis avrebbe rivelato la sua frustrazione per essere "poco considerato" all’interno dei Dallas Mavericks in contrapposizione a Luka Doncic, stella polare della franchigia e protagonista in tutti i possessi. "È un grande giocatore, dovremmo usarlo di più. Ma non so come sarà la squadra l’anno prossimo" ha detto lo sloveno su KP

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Nell’idea dei Dallas Mavericks, Luka Doncic e Kristaps Porzingis dovrebbero essere stelle di pari livello, i due pilastri attorno ai quali costruire l’intera squadra. La realtà del campo in questa stagione e in particolare nell’ultima serie contro gli L.A. Clippers ha però mostrato quanto siano distanti i due giocatori, con lo sloveno in rampa di lancio come uno dei migliori giocatori di tutta la NBA e il lettone sempre più marginalizzato in entrambe le metà campo, senza riuscire a incidere né in attacco né in difesa — se non risultando persino dannoso in alcune situazioni. Un ruolo che, secondo quanto scritto da ESPN, sta sempre più stretto a Porzingis, il quale avrebbe rivelato di sentirsi un “afterthought(letteralmente “un pensiero che viene dopo gli altri”, quindi poco considerato) rispetto a Doncic che si prende la maggior parte degli elogi e dei tocchi in attacco, mentre a lui rimangono le briciole e soprattutto le critiche — arrivate copiose al termine di una serie da 13.1 punti, 5.4 rimbalzi e 1.3 stoppate di media con il 47% dal campo e appena il 29% da tre punti su quasi 4 tentativi a partita. Gli unici sussulti avuti da KP sono arrivati nel quarto periodo di gara-5 con due triple estemporanee e qualche buona soluzione nel primo tempo di gara-1: per il resto è stato quasi sempre assente nella serie, e se non viene considerato come una stella è perché non ha giocato come tale, venendo scavalcato nelle gerarchie anche da Tim Hardaway Jr.

Il rapporto compromesso tra Doncic e Porzingis

Da Dallas si fanno sempre più insistenti anche le voci di un rapporto tutt’altro che idilliaco tra le due giovani stelle dei Mavs, che durante la bolla di Disney World erano inseparabili mentre ora a malapena si rivolgono la parola — e la mancanza di chimica è evidente anche in campo. Persino i membri chiave della franchigia come il proprietario Mark Cuban e l’allenatore Rick Carlisle in più di un’occasione hanno dovuto rispondere a domande sul rapporto tra i due, ammettendo che qualche problema c’è pur sottolineando come tutto il clamore attorno a loro due sia sproporzionato. “Sul campo vanno bene, tutti hanno dei litigi — anche Jason Terry e Dirk Nowitzki non si sopportavano all’inizio e poi sono diventati amici col tempo. KP e Luka sono semplicemente diversi” ha detto Cuban in passato. “Sono due giocatori che vogliono vincere. Con il tempo tutti si abitueranno a trovare il giusto equilibrio con il repertorio di Luka, che da parte sua deve ancora imparare a vincere e a come sfruttare tutti i pezzi sulla scacchiera. Fa parte del suo processo di maturazione, stiamo pur sempre parlando di un 22enne”.

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Le parole dei due protagonisti

Il quale, dal canto suo, non ha dato grandi indicazioni su cosa pensa di Porzingis: “È un grande giocatore, ma non so cosa succederà il prossimo anno nella squadra. Abbiamo un paio di free agent e nella NBA ogni anno ci sono compagni nuovi, perciò non so cosa succederà. Ma è un grande giocatore, dovremmo utilizzarlo di più”. “Qualsiasi cosa faccia, sembra sempre che ci sia qualcosa” ha detto Porzingis dopo gara-7. “Cerco di essere il più professionale possibile, di fare il mio lavoro e fare la mia parte, ascoltando gli allenatori e facendo quello che mi viene chiesto. Se mi sento a mio agio nell’attacco? Bella domanda” ha aggiunto, prendendosi qualche secondo per rispondere. “Cerco di non pensarci troppo e di concentrarmi solo su quello che posso controllare, cioè essere un giocatore di pallacanestro migliore e attaccare la off-season per ampliare e completare il mio gioco”. Se i frutti di quel lavoro si vedranno a Dallas o da un’altra parte è però tutto da decifrare, anche se il mercato non sembra particolarmente interessato ai suoi servigi.

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