Miami non ha esercitato la sua team option sul giocatore e Golden State ha tagliato Alan Smailagic per creare un posto a roster. Tre indizi fanno una prova, si dice: a questi due si aggiunge la volontà di reunion mai nascosta né da Iguodala né dal front office degli Warriors
Le parole del proprietario dei Golden State Warriors Joe Lacob, pronunciate solo pochi giorni fa, ora suonano profetiche: "Aggiungeremo al nostro roster un paio di veterani. Lo faremo nei prossimi giorni, vedrete". E ora due distinte operazioni di mercato - una compiuta dagli stessi Warriors, l'altra dai Miami Heat - sembrano portare a un nome ben conosciuto sulla Baia, quello di Andre Iguodala. Se Golden State ha scelto di tagliare Alan Smailagic - 39^ scelta al Draft 2019, con altri due anni (non garantiti) sul proprio contratto - lo ha fatto per liberare un 15° posto a roster, posto che potrebbe essere utilizzato proprio per mettere sotto contratto il grande veterano da Arizona, ora che i Miami Heat hanno declinato la team option che permetteva loro di trattenere in Florida Iguodala. Il giocatore, a partire dalla mezzanotte di oggi, è quindi un unrestricted free agent, libero cioè di accasarsi dove meglio crede.
E dopo l'incredibile esperienza vissuta in maglia Warriors - tre titoli NBA impreziositi da un premio di MVP delle finali vinto nel 2015 - l'impressione che Iguodala voglia tornare a San Francisco e magari concludere la sua carriera agli Warriors è quella dominante nelle laga, rafforzata dalla volontà della proprietà e del front office della franchigia californiana di riaccogliere un veterano che conosce benisssimo l'ambiente e che porterebbe tantissimo in termini di esperienza e leadership.