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NBA, la verità sul litigio Green-Durant: la svelano faccia-a-faccia i diretti interessati

NBA

Per molti la lite in diretta nazionale durante la gara tra Warriors e Clippers è stata forse la prima ragione per cui Kevin Durant ha scelto di lasciare Golden State e accasarsi a Brooklyn. Ora Draymond Green gli ha fatto proprio quella domanda

Costruito tutto alla perfezione, ad arte - pure troppo: uno speciale confezionato apposta sul canale YouTube di "Bleacher Report" che vede seduti di fronte uno all'altro Kevin Durant e Draymond Green, per due anni consecutivi campioni NBA con la maglia dei Golden State Warriors ma anche co-protagonisti di alcune epiche litigate - tra campo, panchina e spogliatoi - che sono rimaste nella storia recente della lega. Anzi, quella sotto gli occhi di tutti, in diretta nazionale, durante la sfida contro i Clippers è, secondo alcuni, il motivo per cui Durant - al termine della stagione 2018-19 - ha scelto di lasciare la Baia e accettare il corteggiamento dei Brooklyn Nets, sull'altra costa. E difatti il trailer dello speciale - che saraà disponibile a partire da domani, 18 agosto - vede proprio Draymond Green porre la fatidica domanda al suo ex compagno (con cui recentemente ha condiviso anche l'oro olimpico a Tokyo 2020): "Quanto il nostro litigio contro i Clippers ti ha spinto alla fine alla scelta di lasciare gli Warriors?". 

Ovviamente la risposta rimane (almeno per il momento) avvolta nel mistero, anche se nel trailer si sente Durant dire "questa è stata un'intervista incredibile, la gente impazzirà" e lo stesso Green su Twitter ha rincarato da par suo la dose: "Io e Slim [il soprannome con cui Green chiama Durant, ndr] abbiamo avuto la conversazione più sincera e schietta che mai avrete possibilità di vedere. È come se a guardarci non ci fosse nessuno... beh, anche perché in effetti non ci stavate guardando. Ma ora avrete l'opportunità di farlo, mercoledì. Prego". Due emoticon - una con un paio di occhi, l'altra con una scatola di popcorn - completano il messaggio: non resta che mettersi comodi e sperare che Draymond Green abbia ragione. 

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