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Mercato NBA, Golden State Warriors: Bradley, Galloway, Bell: tre nomi per un posto

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©Getty

Tre contratti non garantiti per tre giocatori con caratteristiche diverse che proveranno a convincere Steve Kerr e tutto lo staff tecnico (che ha scelto di non puntare su Isaiah Thomas): non un vice Steph Curry, ma un giocatore di stazza e versatile soprattutto in difesa. Anche perché il sostituto del n°30 gli Warriors potrebbero averlo già in casa

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La corsa per accaparrarsi il 15° e ultimo posto a disposizione nel roster degli Warriors è fissata: Langston Galloway, Jordan Bell e Avery Bradley hanno accettato un contratto non garantito da parte di Golden State per partecipare al training camp delle prossime settimane. Tre veterani, o giocatori quantomeno esperti, con caratteristiche diverse, che vanno ad aggiungersi ai contratti non garantiti di Gary Payton II e di Mychal Mulder - portando a cinque il numero dei giocatori che cercano garanzie per i prossimi mesi in casa Warriors. A rimanere fuori dalla contesa invece è stato Isaiah Thomas, che nei giorni scorsi si era allenato davanti allo staff della squadra di San Francisco, mettendo in mostra per alcuni momenti le sue doti di realizzatore che hanno fatto la fortuna dei Celtics qualche anno fa. Lampi di talento che tuttavia non permettono di superare quei dubbi sulla tenuta difensiva: mancanze che hanno portato gli Warriors a optare per un giocatore di maggiore stazza fisica e versatilità, anche a costo di rinunciare al playmaking e al talento realizzativo.

Una direzione ben diversa da quella che - a parole - gli Warriors dicevano di voler intraprendere sei settimane fa in conferenza stampa con Bob Myers. La “grande mancanza” era il playmaker di riserva, ma i vari Darren Collison e Ryan Arcidiacono (oltre al già citato Thomas) non rappresentavano l’upgrade necessario. Perché in casa Warriors hanno deciso di rinunciare al playmaking? Merito di Jordan Poole e dei suoi continui progressi che hanno impressionato coach Kerr che, oltre all’aggiunta nel roster di Chris Chiozza, vede in lui il sostituto ideale non solo di Klay Thompson, ma all’occorrenza anche di Steph Curry. Niente più playmaker quindi, ma profili diversi per provare a non far pesare l’assenza dell’infortunato James Wiseman (nel caso di Bell), allungare la rotazione sugli esterni (con Galloway) e aggiungere protezione al ferro senza rinunciare alla qualità sul perimetro (quando si parla di Bradley). Chi verrà scelto per occupare l’ultimo posto nel roster? Lo scopriremo nei prossimi giorni.

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