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NBA, i Brooklyn Nets mettono fuori squadra Kyrie Irving fino a quando non sarà vaccinato

LA decisione
©Getty

Svolta a sorpresa riguardo la situazione Irving-Nets: la franchigia di Brooklyn ha deciso di mettere fuori squadra l'All-Star, “fino a quando non sarà in grado di prendere completamente parte all’attività della squadra” - come si legge in un comunicato ufficiale. O decide di vaccinarsi, oppure Irving non potrà rientrare in gruppo

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Esplode in maniera definitiva la questione Kyrie Irving all’interno dello spogliatoio dei Nets. La dirigenza di Brooklyn infatti, dopo le discussioni delle scorse settimane legate alla scelta dell’ex All-Star di Boston e Cleveland di non vaccinarsi, ha scelto di metterlo fuori squadra. Lo hanno reso noto direttamente i Nets con un comunicato in cui si riportano le parole del GM Sean Marks: “Vista l’evoluzione della situazione e dopo aver ragionato e deliberato su di essa, abbiamo deciso che Kyrie Irving non giocherà e non si allenerà con la squadra fino a quando non sarà in grado di prenderne completamente parte”. Detto in altri termini: fino a quando non sarà vaccinato. “Kyrie ha compiuto una scelta personale e noi rispettiamo il diritto individuale di prendere una tale decisione”, prosegue nel dettaglio il comunicato. “Al momento questa sua scelta però restringe la sua possibilità di essere parte a tempo pieno del gruppo e noi non permetteremo che nessuno dei componenti della squadra lo sia soltanto in maniera part-time. È un imperativo della nostra organizzazione quello di costruire chimica tra i giocatori e restare fedeli ai nostri valori di condivisione e sacrificio. I nostri obiettivi per la stagione non sono cambiati e siamo consapevoli che per raggiungerli tutti i membri della nostra organizzazione devono spingere e andare nella stessa direzione”. Parole dure che, dopo settimane di continuo tira e molla, segnano la definitiva rottura tra i Nets e Irving.

Un comunicato che sancisce un vero e proprio punto di non ritorno al termine di lunghe settimane di discussione: i Nets infatti, così come Knicks e Warriors, sono sottoposti a regole sanitarie più stringenti secondo quanto previsto dalle autorità di New York e San Francisco. In entrambe le città è vietato l’accesso alle arene NBA - e in generale ai posti al chiuso aperti al pubblico - se non si è vaccinati. Kyrie Irving ha scelto di non sottoporsi a tale somministrazione, aprendo così il dibattito prima riguardo la possibilità di ricevere stipendio nelle gare in cui non potrà essere in campo (più del 50% della stagione, considerando anche Knicks, Warriors e Raptors in trasferta), ritrovandosi così a rinunciare a diversi milioni di dollari. Nei giorni scorsi poi era arrivato il via libera almeno per quel che riguarda l’opportunità di allenarsi (la palestra dei Nets infatti è un “luogo privato e non aperto al pubblico”, in cui tocca ai dirigenti di Brooklyn e non alle autorità sanitarie di New York decidere a chi sia consentito l’accesso). Non è bastato questo però a stemperare gli animi e a fare chiarezza, portando così i Nets alla dura decisione nei suoi confronti. Stando ad alcune ricostruzioni, è filtrata anche l’ipotesi che, qualora dovessero cambiare le regole vigenti a New York (permettendo così l’accesso anche ai non vaccinati), Irving potrebbe essere reintegrato in gruppo, ma tale strada al momento appare remota.

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