Jeff Schwartz, di Excel Sports - potentissimo agente NBA - va allo scontro diretto con il front office di Sacramento: con un comunicato pubblico accusa i Kings di "pessima gestione aziendale" nel trattamento del suo cliente, mantenuto a roster nonostante parecchie richieste e poi escluso dalle rotazioni di inizio stagione
Sembra un secolo fa - sono solo 3 anni, nel 2018 - che Marvin Bagley veniva scelta con la seconda scelta assoluta al Draft NBA dai Sacramento Kings, dietro Deandre Ayton ma davanti a Luka Doncic (3°) e Trae Young (5°). Dopo tre stagioni nella lega, fortemente influenzate dagli infortuni, l'agente dell'ex giocatore di Duke ha ora fatto sapere - gridando allo scandalo - che il suo assistito "non sarà nelle rotazioni di squadra al via del campionato, una decisione assolutamente incomprensibile". Il perché, dice Jeff Schwartz, uno degli agenti più potenti di tutta la NBA, è presto detto: "Sia alla trade deadline lo scorso anno che quest'estate i Kings hanno rifiutato diversi scenari di trade giustificandoli con l'elevato valore attribuito al giocatore, che invece oggi appare chiaro non sia nei loro piani futuri". La scelta "di confermarlo in squadra per non farlo giocare è assolutamente contradditoria - aggiunge Schwarz - e anche un esempio lampante di pessima gestione societaria".
Guerra aperta, insomma, tra Bagley e il suo agente da una parte e i Kings dall'altra, sempre più intrigati all'idea di presentare in campo una versione "small ball" della propria squadra (con le tre guardie De'Aaron Fox, Tyrese Haliburton raggiunti dal rookie Damion Mitchell) che lascerebbe sempre meno spazio a un lungo con le caratteristiche di Bagley. Che l'anno scorso - nelle 43 (su 72) delle gare giocate, di cui 42 in quintetto - ha comunque prodotto cifre di tutto rispetto, viaggiando oltre i 14 punti di media con 7.4 rimbalzi a sera. Ora le parole di Schwarz vero il front office dei Kings sono un neppure troppo velato invito a una trade (invito che non può essere richiesta esplicita con i regolamenti NBA): un ennesimo caso in questo inizio di stagione che vede già altri grandi nomi scontenti (Simmons a Philadelphia) o fuori squadra (Irving a Brooklyn).