È uno dei loghi più riconoscibili al mondo, di cui si sa soltanto che la silhouette fu ispirata da Jerry West (notizia mai confermata ufficialmente dalla NBA stessa). Ma Alan Siegel, l'uomo che nel 1969 ha disegnato quel logo - ancora oggi così attuale - ora racconta tutto, dal processo creativo alla somma guadagnata più di mezzo secolo fa
Che la silhouette sia quella di Jerry West è il segreto peggio custodito della storia NBA. Ma a parte questo, di uno dei loghi più iconici di sempre - quello della National Basketball Association - non si sa poi così tanto. A partire dal nome di chi l'ha creato, nell'ormai lontano 1969, 52 anni fa: Alan Siegel. Ed è proprio lui a svelare qualcosa di più del processo che, oltre mezzo secolo fa, ha portato alla nascita del logo NBA (che quest'anno è eccezionalmente inserito in una forma a diamante, per il 75° anniversario della lega): "La foto di Jerry West a cui mi sono ispirato fu scattata da Wen Roberts e pubblicata su 'Sport Magazine', una rivista molto popolare negli anni '60", racconta Siegel. Ufficialmente la lega non ha mai ammesso che l'uomo del logo sia West, ma Siegel - ufficiosamente - lo ammette. "Per anni ho sentito di dovermi quasi scusare per essere diventato una sorta di simbolo. Non è stato divertente", ha raccontato in passato lo stesso West. Che per questo non si è mai detto contrario a un eventuale cambio, se la lega dovesse andare in questa direzione. Se n'è parlato spesso, per attualizzarlo, per renderlo più dinamico, per - parole di Kyrie Irving - rendere omaggio a un giocatore di colore, quei "black kings" (nelle sue parole) "che hanno contribuito a far grande questa lega". In particolare è circolato tanto il nome di Kobe Bryant, ma "c'è chi suggeriva Kareem Abdul-Jabbar, chi Michael Jordan, chi LeBron James. La mia posizione è sempre stata la stessa: se non c'è un motivo per cambiare, perché farlo? Il logo ha ormai un valore storico, una sua longevità. Non ha nessun connotato razzista, perché si identifica con un gioco praticato in tutta America e in tutto il mondo", dice Siegel.
L'OK al progetto in mezz'ora, in cambio di 14.000 dollari
Che nel 1969 ha ricevuto dall'allora commissioner NBA J. Walter Kennedy il compito di creare un logo "che avesse una certa familiarità con quello delle Major League Baseball". "Quando vidi quella foto di Jerry West - racconta - mi colpì per la verticalità e per la sensazione di movimento. Non dissi a nessuno che la usai come spunto: si seppe solo anni dopo". A differenza di oggi - quando un progetto del genere necessità dell'approvazione di chissà quante persone - le cose erano più semplici alla fine degli anni '60: "Disegnai 15/20 bozzetti, feci vedere la versione che più mi convinceva a Kennedy e a lui piacque: in mezz'ora mi diede l'OK. Mi pagò 14.000 dollari, non una gran cifra, ma per me era anche una questione di prestigio, anche personale: ero e sono un grande fan, di ogni sport, ma avevo anche giocato a basket a buon livello, al liceo - Larry Brown è stato la mia riserva alla Long Beach High School", rivela Siegel. Dopo aver scelto di investire sull'educazione (a Cornell University, una facoltà della prestigiosa Ivy League) invece che su una difficile carriera nel basket, Siegel fondò la propria agenzia grafica, che negli anni disegnò alcuni dei loghi più celebri d'America e non solo (HP, Dell Computer, Bank of America...). Nessuno però conosciuto come la silhouette bianco, blu e rossa che per tutti vuol dire NBA: "Ho contato 67 loghi sportivi che hanno preso spunto da quello NBA", dice: e anche questo è motivo di orgoglio.