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NBA, Pippen spara a zero su tutti: attacco frontale a Jordan, accuse a Barkley e Isiah

NBA
©Getty

A pochissimi giorni dall'uscita nelle librerie USA di "Unguarded", la sua autobiografia, alcuni estratti del libro fanno parlare, così come un'intervista del n°33 dei Bulls con il "New York Times". Nel mirino soprattutto Michael Jordan e il trattamento riservato dal n°23 a Pippen e compagni nella serie tv "The Last Dance"

Negli Stati Uniti si avvicina la data di uscita, il 9 novembre, di "Unguarded", l'autobiografia firmata da Scottie Pippen (con il giornalista Michael Arkush) e il n°33 di quei Chicago Bulls capaci di vincere tutto negli anni '90 torna alla ribalta come ai tempi belli. Il motivo? Alcune dichiarazioni incendiarie nei confronti soprattutto di Michael Jordan (e del progetto "The Last Dance"), ma non solo. La serie in 10 episodi che ha visto il n°23 dei Bulls nelle vesti (anche) di produttore non è per nulla piaciuta al suo compagno di squadra: "Hanno pensato soltanto a glorificare Michael senza dare il giusto merito né a me né ai miei compagni. E la colpa non può che essere di Michael, che ha avuto il completo controllo editoriale del progetto. Senza il suo ok, non sarebbe mai uscito: non solo ne è stato il principale protagonista, ma anche il regista", alcune delle accuse mosse da Pippen a MJ nel suo libro. Accuse che però non finiscono qui: "Come si è permesso di trattarci così dopo tutto quello che abbiamo fatto per lui e per il suo prezioso brand? Lui peraltro per la partecipazione a 'The Last Dance' ha ricevuto 10 milioni di dollari, mentre noi non abbiamo visto un centesimo. Alla fine - conclude Pippen - gira tutto sempre e solo attorno a lui, e questo documentario è stato solo la ciliegina sulla torta". 

Jordan ha "paura" di LeBron? La teoria di Scottie Pippen

Pippen poi va oltre, arrivando addirittura a vedere nell'intera operazione una finalità neppure troppa nascosta: "Michael voleva dimostrare anche a questa generazione di tifosi quanto fosse forte e potente, anche più di quanto lo sia un personaggio come LeBron James, ovvero il giocatore che oggi qualcuno considera al suo livello - se non superiore". E le accuse mosse da Jordan in "The Last Dance" nei suoi confronti - "Egoista" - sono respinte violentemente al mittente: "Volete sapere cos'è egosta? Ritirarsi appena prima del via del training camp, senza dare alla società la possibilità di firmare giocatori sul mercato al suo posto", risponde Pippen, alludendo al primo ritiro (appena prima del via della stagione 1993-94) del suo celebre compagno. Con il quale i rapporti non sembrano certo ottimali: "Non siamo mai stati amici ed è così anche oggi", conclude.

SAN JOSE. CA - JANUARY 31: Scottie Pippen #33 of the Chicago Bulls walks against the Golden State Warriors on January 31, 1997 at San Jose Arena in San Jose, California. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 1997 NBAE (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

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Ma le critiche di Pippen non si limitano a investire il suo illustre compagno. Il n°33 dei Bulls ne ha un po' per tutti, anche tra gli avversari: di Charles Barkley si dice convinto "che non si impegnasse abbastanza per poter arrivare a vincere un titolo", mentre liquida Isiah Thomas come "un giocatore sporco, con la dote di dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Ho giocato nella NBA 18 anni, e non abbiamo mai avuto nessun tipo di rapporto. Ora sono 15 anni che mi sono ritirato e dovrei sviupparne uno? Perché? Non è che le nostre strade siano destinate a incontrarsi molto spesso...", conclude Pippen, rifiutando così anche una sorta di mano tesa offertagli dallo storico avversario delle sfide di quegli anni tra Chicago e Detroit. Insomma: amici Pippen con ogni probabilità non se ne farà, al momento dell'uscita del libro. Ma forse ha guadagnato qualche lettore in più.  

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