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NBA, dentro la "guerra fredda" tra Durant e Harden che ha portato all'addio

RETROSCENA
©Getty

L'addio di James Harden ai Brooklyn Nets è stato preceduto da settimane di tensione tra il Barba e Kevin Durant, arrivando fino alla chiamata di KD per chiederne la cessione. Un articolo di Bleacher Report ha ricostruito tutta la vicenda, che pone le sue radici nel training camp di San Diego

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A mettere la firma sulla decisione finale di cedere James Harden ai Philadelphia 76ers è stato il General Manager dei Brooklyn Nets Sean Marks, ma sarebbe ingenuo pensare che Kevin Durant non fosse d’accordo con quanto deciso dalla dirigenza. Stelle del calibro di KD vengono sempre coinvolte in decisioni così importanti come quella di cedere il Barba e anche questa non ha fatto eccezione: anzi, secondo quanto ricostruito da un lungo articolo di Bleacher Report, è stata proprio una chiamata di Durant a Marks a mettere il sigillo finale allo scambio. Secondo quanto scritto da Jake Fisher, Durant non era del tutto convinto dello scambio ma alla fine il comportamento di Harden nelle ultime settimane ha finito per forzargli la mano, rendendo insostenibile la situazione e portando KD ad avallare lo scambio.

La guerra fredda cominciata in estate

La crescente distanza tra i due giocatori, già compagni a Oklahoma City all’inizio delle loro carriere, è diventata sempre più evidente dal training camp in poi, al quale Harden si è presentato in condizioni che hanno “scoraggiato” Durant. Dopo che gli allenamenti estivi con KD e Irving nel 2020 avevano portato Harden a entrare nell’ottica di idee di lasciare Houston per passare a Brooklyn, nel 2021 i due non si sono mai allenati assieme, complice anche la riabilitazione al bicipite femorale del Barba che lo ha tenuto lontano dai campi per buona parte della off-season. Poi Durant ha deciso di estendere il suo contratto coi Nets, ma né Irving né soprattutto Harden hanno fatto lo stesso, con il numero 13 che non ha fatto mistero della sua volontà di testare la free agency per la prima volta in carriera. La successiva questione del vaccino di Irving e il susseguente carico amplificato sulle spalle di Harden e KD non ha fatto altro che amplificare lo strappo tra i due, tanto che una fonte ha definito il loro rapporto come “una guerra fredda durata mesi che ha resto orribile la vita di tutti quelli che li circondavano”.

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Il ruolo di Irving nello strappo tra KD e Harden

Al di là di tutto, poi, Harden non era contento che l’attacco di Brooklyn girasse unicamente attorno a Durant, alzando più volte gli occhi al cielo durante i timeout quando venivano disegnati schemi per il numero 7. E ovviamente l’assenza di Irving per i primi mesi di regular season e poi l’impegno part-time non erano visti di buon occhio da Harden, mentre è stato Durant a chiedere ai Nets di reintegrare il compagno in squadra, accettando il suo status part-time. “Kyrie non è stato ritenuto responsabile delle sue azioni e gli è stato permesso di fare quello che vuole” ha detto un’altra fonte vicina a Harden a Bleacher Report. “James, alla sua età, sa che non ha tempo da perdere per vincere il suo primo titolo”. Una posizione che si può leggere tra le righe anche nelle parole di Harden alla sua conferenza stampa di presentazione a Philadelphia, nella quale ha detto: “Sono in un momento in cui ho bisogno di stare con ragazzi che vogliono vincere e che so essere disposti a tutto per vincere”.

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La trasferta a Ovest e la decisione finale

Questi screzi sembravano comunque ricomponibili se le stelle fossero riuscite a giocare tutte assieme, ma i perduranti problemi fisici di Durant e qualche fastidio muscolare provato da Harden hanno finito per mandare a rotoli l’intera esperienza dei Big Three ai Nets. Un problema al bicipite femorale (lo stesso che ha martoriato la sua prima stagione a Brooklyn) di cui molti però dubitavano all’interno della stessa franchigia, vedendola come una scusa per non scendere in campo. E a questo si sono aggiunti un paio di ritardi sospetti per alcune gare in trasferta a Ovest, alle quali Harden (infortunato) si è presentato a gara già iniziata per fare serata fuori e per fare visita all’amata Las Vegas, come spesso faceva già ai tempi dei Rockets. A pochi giorni dalla deadline, quando ormai era chiaro che non sarebbe sceso in campo, Harden è direttamente volato a Houston, in attesa che si concretizzasse lo scambio che lo ha poi portato a Philadelphia. Uno scambio che Durant non avrebbe voluto fare, ma che alla fine è stato costretto a fare: “La posizione di Kevin era: ‘Fan…o, James non ne ha più voglia’. Lo scambio non sarebbe mai accaduto senza che lui prendesse la decisione finale”. E il modo comico in cui ha evitato di sceglierlo al Draft dell’All-Star Game fino all’ultima scelta ne è solo la conferma.

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