L'eliminazione in sei gare contro Steph Curry e compagni evidentemente non è bastata a spegnere la fame di vittoria di Dillon Brooks, la guardia dei Memphis Grizzlies finito nell'occhio del ciclone per aver causato l'infortunio a Gary Payton II durante la seconda gara della serie. E le sue parole non fanno che alimentare una rivalità probabilmente destinata a riaccendersi negli anni
Evidentemente a Dillon Brooks non interessa vincere un premio di popolarità e simpatia a San Francisco e dintorni. Dopo aver battagliato sei gare contro gli Warriors - ed essere finito nel mirino dei tifosi californiani per il fallo che messo fuori gioco Gary Payton II, fratturandogli un gomito - la guardia dei Grizzlies è tornato ad alimentare il fuoco di una rivalità che lo stesso Brooks assicura finirà per essere un classico della NBA a venire. "Noi siamo una squadra molto giovane, mentre loro stanno invecchiando", ha dichiarato riferendosi agli Warriors. "Sanno benissimo che dovranno vedersela con noi ogni singola stagione, da qui in avanti". Anzi, Brooks sembrerebbe già convinto che anche solo un Ja Morant sano in ognuna delle sei gare della serie avrebbe potuto cambiare l'esito della sfida con Golden State. "Al 100%: gara-4 e gara-6 sarebbero potute finire in modo diverso, perché Ja è una delle migliori point guard della lega e la sua presenza avrebbe potuto influire sul risultato. Invece abbiamo dovuto cavarcela con quello che avevamo".
Ovvero un roster senza la propria superstar, già capace in stagione regolare di comportarsi benissimo senza Morant ma che ai playoff ha dovuto pagare lo scotto della maggior esperienza degli uomini di coach Steve Kerr: "Aver battagliato contro due dei migliori tiratori della storia del gioco [Curry e Thompson, ndr] è stato bellissimo e sicuramente per noi si è trattato di una lezione utilissima ma anche di un'ottima motivazione per il futuro. In estate faremo tesoro di quanto abbiamo vissuto e l'anno prossimo saremo pronti a ripresentarci ancora più minacciosi". Una "carica" che un veteranissimo come Steph Curry ha impietosamente stroncato facendosi un po' beffe dell'estrema fiducia dimostrata (a parole) da Brooks: "Ha detto un sacco di cose folli durante tutta la serie, arrivando già a definire i Grizzlies 'una dinastia', pensate un po'. Se la pensa così OK, noi intanto avanziamo in finale di conference...", la conclusione ironica del n°30 di Golden State, tutt'altro che pronto a farsi da parte.