Mercato NBA, Jerami Grant a Portland: cosa cambia per Blazers e Pistons dopo la trade
mercato nbaPortland aggiunge in rotazione un giocatore in grado di incidere sia in attacco che in difesa (e di dare una mano a Lillard), mentre Detroit raccoglie asset per il futuro e nel frattempo libera spazio salariale in vista della free agency della prossima settimana. L'analisi della trade vista da entrambe le squadre
La grande domanda che ronza nella testa dello staff dei Blazers è: riuscirà Jerami Grant ad aiutare la squadra a ritornare a essere competitiva per un posto ai playoff? Per averlo, dopo un lungo anno di corteggiamento, a Portland hanno sacrificato soltanto parte del salary cap a disposizione (restando al momento di oltre 40 milioni di dollari al di sotto del limite previsto per la tassa di lusso, ma con diversi rinnovi importanti ancora da dover fare) e messo sul piatto diverse scelte future al Draft pur di aggiungere al roster da subito un giocatore di impatto. Questa la composizione definitiva della trade:
A Portland arriva:
Jerami Grant
Scelta n°46 al Draft 2022
A Detroit arriva:
Scelta al primo giro del 2025 (via Milwaukee Bucks, protetta 1-4)
Scelta n°36 al Draft 2022
Scelta al secondo giro del 2025
Scelta al secondo giro del 2026
Quali sono dunque le ragioni dello scambio e la chiave di lettura delle scelte fatte dalle due squadre? Analizziamole insieme.
La trade dal punto di vista dei Portland Trail Blazers
L’arrivo di Jerami Grant a Portland è la chiusura del cerchio della trade fatta con i Pelicans lo scorso inverno, lasciando partire CJ McCollum e ottenendo in cambio sia le scelte al Draft che la trade exception che sono state utilizzate con Detroit per completare l’affare. Dopo mesi di corteggiamento, Portland è riuscita così ad aggiungere un giocatore in grado di incidere su entrambi i lati del campo, già amico di Damian Lillard con cui ha giocato anche con il Team USA la scorsa estate nella conquista dell’oro olimpico a Tokyo. Sarà importante capire quanto attacco riuscirà a “generare” un talento che a 28 anni dovrà misurarsi con un ruolo che non sempre è stato in grado di riuscire ad avere sul parquet: quello del realizzatore, utile a una squadra come i Blazers che hanno sempre avuto carenze negli ultimi anni con le ali. A livello contrattuale, Grant è in scadenza e potrebbe chiedere un rinnovo di quattro anni da 112 milioni di dollari complessivi, sei mesi dopo la conclusione della trade: nel caso le cose dovessero funzionare sul parquet, non ci sarebbe problema. In caso contrario al termine della prossima stagione le loro strade potrebbero tornare a separarsi.
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La trade dal punto di vista dei Detroit Pistons
Situazione diametralmente opposta per Detroit che invece aggiunge un bel po’ di scelte al suo gruzzolo (soprattutto in ottica futura, con una chiamata al primo giro nel 2025 che potrebbe diventare interessante), mentre l’effetto principale nell’immediato è l’allargamento di circa 20 milioni di dollari di ulteriore spazio salariale in vista di un’estate alla quale i Pistons approdano avendo a disposizione un bel po’ di opzioni. Jalen Brunson e Deandre Ayton in realtà sono soltanto due dei nomi più chiacchierati - giovani e futuribili su cui i Pistons possono pensare di puntare: di certo in pochi avranno l’opportunità di “mettere sul piatto” i soldi che avrà a disposizione Detroit. Staremo a vedere cosa accadrà dal prossimo 1 luglio.