NBA Draft, una frase per descrivere ciascun giocatore scelto: gli scouting report
Una nuova infornata di giovani talenti sta per arrivare in NBA. Dopo il Draft che ha incoronato Paolo Banchero alla numero 1 per gli Orlando Magic, scopriamo cosa possono dare e dove devono migliorare i 58 giocatori scelti nella notte del Barclays Center, descrivendo il loro gioco in una frase o poco più
1. ORLANDO MAGIC | PAOLO BANCHERO Un 4 già pronto fisicamente per la NBA, con doti di creazioni di tiro (per sé ma anche per gli altri) con pochi eguali in questa classe. Il tiro e la difesa devono migliorare, ma ha il talento di una prima scelta assoluta: può diventare la prima punta offensiva di ogni squadra in cui giocherà, a partire dai Magic.
2. CHET HOLMGREN | OKLAHOMA CITY THUNDER Non fatevi ingannare dalle apparenze: a fronte di un fisico davvero particolare, è un agonista purissimo e uno stoppatore d’élite già adesso. A questo aggiunge capacità tecniche e di tiro super intriganti. Certo, pesa 88 chili e non punisce i cambi difensivi: deve lavorarci.
3. JABARI SMITH JR. | HOUSTON ROCKETS Il miglior tiratore del Draft, per di più a 210 centimetri di altezza. Ha anche tiro dopo uno o due palleggi, oltre a saper muovere i piedi in difesa in maniera eccellente. I dubbi riguardano la capacità di creare separazione e di coinvolgere gli altri: può arrivarci.
4. KEEGAN MURRAY | SACRAMENTO KINGS Un giocatore pronto subito, anche perché compirà 22 anni ad agosto. Estremamente produttivo al college sui due lati del campo, unisce capacità sia in area che nel tiro da fuori ed è eccellente in transizione. La rapidità di piedi in difesa è un po’ sospetta, così come l’impatto contro giocatori delle sue dimensioni.
5. JADEN IVEY | DETROIT PISTONS Una palla di cannone lanciata a tutta velocità verso il ferro. Atleticamente è nella classe dei Russell Westbrook o dei Derrick Rose, e il tiro da tre punti è già di discreto livello per giocare anche lontano dalla palla. Con le spaziature NBA può diventare imprendibile, ma non ha gioco dalla media distanza (né floater né tiro dal palleggio) e il feeling per il gioco è da registrare
6. BENNEDICT MATHURIN | INDIANA PACERS Un tiratore solidissimo con misure da esterno NBA fatto e finito, con atletismo e gioco in avvicinamento a canestro già interessante. Può diventare un attaccante completo, ma la consistenza difensiva (al netto dei mezzi a disposizione) deve nettamente salire di livello in termini di concentrazione e impegno. Storia personale eccezionale.
7. SHAEDON SHARPE | PORTLAND TRAIL BLAZERS Talento ne ha da vendere, sia per mezzi atletici che per capacità balistiche che lo rendono perfetto per il ruolo di 2 in NBA. Il problema è che non lo ha mai davvero dimostrato contro giocatori forti, avendo sempre costeggiato la vera competizione. Manca un po’ di primo passo sia in difesa che in attacco, più bravo a decelerare che ad accelerare
8. DYSON DANIELS | NEW ORLEANS PELICANS Un giocatore di ruolo di altissimo profilo: forse il miglior difensore perimetrale di tutto il Draft, di certo uno dei migliori passatori in termini di comprensione del gioco. Il tiro non entra, ma la meccanica non è rotta: entrasse anche quello, sarebbe perfetto per fare il quarto/quinto in una squadra che punta davvero in alto.
9. JEREMY SOCHAN | SAN ANTONIO SPURS In termini di versatilità è il migliore di questa classe: in difesa può marcare tutti i cinque ruoli grazie alla sua combinazione di mobilità, dimensioni e letture. Capisce il gioco con un secondo di anticipo rispetto agli altri: non ha tiro da fuori (per ora), ma muove il pallone splendidamente e sa come farsi trovare al ferro. Ancora un po’ da sgrezzare.
10. JOHNNY DAVIS | WASHINGTON WIZARDS Competitivo, difensore, e fa canestro come pochi dalla media distanza. A questo aggiunge discrete doti di passaggio (che si sono viste poco visto che i compagni non erano granché a Wisconsin) e stazza, ma deve segnare con percentuali migliori piedi per terra e trovare più esplosività per arrivare al ferro.
11. OUSMANE DIENG | OKLAHOMA CITY THUNDER Francese talentuoso con la palla in mano, con una fluidità di movimenti che non si insegna. Ha dimensioni e capacità per difendere e leggere ciò che succede in campo, ma rifugge qualsiasi contatto fisico con gli avversari e il tiro piazzato ha faticato ad entrare nell’ultima stagione. Ricorda il Nicolas Batum della seconda parte di carriera.
12. JALEN WILLIAMS | OKLAHOMA CITY THUNDER Guardia sovradimensionata che sfiora i due metri e ha apertura di braccia infinita, abbina doti realizzative su tre livelli a ottime letture di playmaking. A Santa Clara faceva tutto lui, ha scalato posizioni nell’ultimo mese e mezzo quando tutti lo hanno “riscoperto”. In difesa fatica per la mancanza di atletismo (specie negli scivolamenti laterali), ha bisogno di un blocco per creare separazione in attacco
13. JALEN DUREN | DETROIT PISTONS Nettamente il lungo più atletico del Draft: basta alzargli la palla sopra il ferro e lui la va a prendere con una facilità rara. Giovanissimo, ma già fisicamente strutturato per giocare da titolare in NBA. Ha presenza interna per finire e per proteggere il ferro, deve migliorare la tecnica difensiva per poter sfruttare i suoi assurdi mezzi atletici anche dopo i cambi difensivi
14. OCHAI AGBAJI | CLEVELAND CAVALIERS Un 3&D pronto a dare il suo contributo immediatamente, anche perché ha 22 anni compiuti. Tira da tre e difende su più ruoli (meglio sulle guardie), e già questo basta e avanza per assicurargli un posto in rotazione. In difficoltà quando deve mettere palla per terra, mancano forse un po’ di centimetri per essere un 3 fatto e finito
15. MARK WILLIAMS | CHARLOTTE HORNETS Presenza interna che non si può ignorare, non fosse altro perché quando alza le braccia arriva a tre metri anche senza saltare. Stoppatore, difensore, sa farsi trovare in area per finire tutto quello che gli capita e va forte a rimbalzo d’attacco: ha un ruolo ben definito già da ora, senza aspettarsi che diventi molto più di così. Buon tiratore di liberi, ma non è un buon passatore
16. AJ GRIFFIN | ATLANTA HAWKS Scivolato fuori dalla Lottery, porta in dote tiro da fuori con altissime percentuali e un corpo già formato. I dubbi riguardano gli infortuni che ha già subito nelle ultime stagioni e una consistenza difensiva piuttosto porosa, che lo può rendere un bersaglio degli avversari nei suoi primi anni in NBA. Al liceo sembrava essere molto più atletico rispetto a quanto visto a Duke: ritroverà lo smalto perduto?
17. TARI EASON | HOUSTON ROCKETS Dal punto di vista fisico, è la cosa più vicina a Kawhi Leonard che si sia vista recentemente. Dal punto di vista tecnico però è estremamente limitato: atletone da recuperi difesivi e contropiede, non ha un vero posto dove stare nell’attacco a metà campo se non sviluppa quel tiro piazzato. Perde un po’ troppi palloni per il ruolo di complemento che dovrebbe ricoprire
18. DALEN TERRY | CHICAGO BULLS Insieme a Jalen Williams è il giocatore che è “salito” maggiormente nell’ultimo mese. Eccellente agonista, ragazzo d’oro, compensa la mancanza di talento con versatilità difensiva, playmaking e capacità di giocare lontano dalla palla. Il grosso dubbio è il tiro: migliorato tra il primo e il secondo anno, ma è uno contro cui le difese tenderanno a scommettere lasciandolo libero per stringere il campo contro attaccanti più pericolosi
19. JAKE LARAVIA | MEMPHIS GRIZZLIES Giocatore che grida “Grit and Grind” a vederlo in campo: ottimo tiratore, bravissimo a muovere la palla, compensa le evidenti mancanze atletiche con agonismo e voglia di vincere. Un sito internet ha sbagliato la sua data di nascita facendo pensare che avesse già 22 anni, mentre ne compirà 21 a novembre: in effetti gioca da veterano, ma la vera data di nascita gli ha garantito una scelta al primo giro
20. MALAKI BRANHAM | SAN ANTONIO SPURS Uno dei migliori creatori di tiri del Draft, specie per la posizione in cui è stato preso. Fa canestro con talento evidente, sa giocare il pick and roll e ha mezzi per difendere, anche se ha tanti aspetti del gioco da migliorare a partire dalla selezione di tiro alla consistenza difensiva, visto che al momento non ha un ruolo su cui poterlo mettere. Primo giocatore uscito da St. Vincent-St. Mary dai tempi di Voi Sapete Chi
21. DENVER NUGGETS | CHRISTIAN BRAUN L’arma neanche troppo nascosta dei Kansas Jayhawks che hanno vinto il titolo, è un connettore di alto livello: difende, tira, va a rimbalzo, taglia e corre in contropiede. Non crea niente da solo e fatica contro avversari più grossi di lui, ma come giocatore di complemento fa la differenza con la sua competitivà, a volte anche sopra le righe. Passatore sottovalutato, se si sintonizza sulle frequenze di Nikola Jokic può trovare minuti da subito
22. WALKER KESSLER | MINNESOTA TIMBERWOLVES Di gran lunga il miglior stoppatore di questa classe, con ampio margine sul secondo e su diverse classi del Draft del passato. I suoi numeri a protezione del ferro sono stati storici, ma con quelle dimensioni può diventare difficile tenerlo in campo nei finali di partita. Il tiro da fuori, pur prendendoselo con fiducia, non è ancora al livello necessario per trasformarlo in un Brook Lopez 2.0
23. DAVID RODDY | MEMPHIS GRIZZLIES La scelta più controversa del primo giro, visto che con ogni probabilità sarebbe stato a disposizione anche all’inizio del secondo. Memphis ha sacrificato un membro chiave della sua rotazione come De’Anthony Melton per prenderlo, segno che ci crede per davvero: al college bullizzava gli avversari con il suo corpaccione da 120 chili pur non arrivando all’1.96, ma può fare lo stesso contro gli atleti NBA? In difesa non ha un ruolo da marcare
24. MILWAUKEE BUCKS | MARJON BEAUCHAMP Ha lavorato più di chiunque altro per arrivare al primo giro del Draft e la sua predisposizione al sacrificio è evidente anche in campo: si sbatte come nessun altro, non ha bisogno del pallone per essere efficace, ha misure per marcare chiunque sugli esterni. Il problema è il tiro che sembra troppo indietro per poter avere un impatto in NBA.
25. BLAKE WESLEY | SAN ANTONIO SPURS Un interessante progetto di point guard di quasi due metri con mezzi atletici e dimensioni (211 centimetri di apertura di braccia) a cui aggiunge un tiro (solo dal palleggio al momento) molto interessante. Il problema è che gli mancano almeno 10 chili di armatura per poter reggere il livello NBA: è a uno o due anni di distanza almeno per poter avere impatto
26. WENDELL MOORE JR. | MINNESOTA TIMBERWOLVES Bravo in tante cose, grande in nessuna. Ha dimensioni, capacità di difendere sui giocatori più piccoli di lui e forza fisica, oltre a eccellenti doti di playmaking nel trovare i compagni al posto giusto nel momento giusto. La sua intelligenza in campo compensa la mancanza di esplosività e di tiro dal palleggio
27. NIKOLA JOVIC | MIAMI HEAT Il potenziale è evidente: 4 di 2.10 di altezza che tratta il pallone e tira come una guardia con eccellente fluidità di movimenti. Il problema è se quello che t dà nella metà campo offensiva compensa quello che ti toglie in difesa, visto che al momento non è in grado di difendere a livello NBA. E anche quello che dovrebbe fare bene in attacco ora come ora è solo teorico.
28. PATRICK BALDWIN JR. | GOLDEN STATE WARRIORS Prima della stagione al college si pensava fosse materiale da lottery, con misure e capacità balistiche di primo livello per il ruolo. La sua stagione all’università di Milwaukee è stata però disastrosa, esponendo tutte le sue difficoltà in termini di efficienza e soprattutto difensive. Con i campioni in carica avrà tutt’altro ruolo, ma faticherà a trovare spazio da subito
29. TYTY WASHINGTON | HOUSTON ROCKETS Il grande deluso del primo giro, visto che doveva essere appena fuori dalla Lottery e invece è scivolato. Non gli è andata male: nei giovani Rockets può incastrarsi bene come spalla di Jalen Green mettendo al servizio la sua capacità di tirare, palleggiare e processare il gioco ad alto livello. Ha le misure per poter anche difendere, anche se non è perfetto. Meno fuori controllo di quello che si penserebbe
30. PAYTON WATSON | DENVER NUGGETS Prospettone a lunghissimo termine con doti di playmaking e di tiro dal palleggio oltre che difesa: può darsi però che si investano anni per svilupparlo e poi non ne ricevano i frutti. Non è neanche pronto per la G-League dal punto di vista fisico, ora come ora
31. ANDREW NEMBHARD | INDIANA PACERS Una solida point guard di riserva, perché l’atletismo limitato non gli permette di essere molto di più. Però è un generale in campo e sa segnare un po’ dal palleggio e dal floater.
32. CALEB HOUSTAN | ORLANDO MAGIC Ala con misure capace di tirare e probabilmente anche di difendere, ma manca di forza fisica e non regge i contatto. A inizio secondo giro ci può stare anche solo per capire che roba può essere quando crescerà fisicamente, ma ci vorrà diverso tempo per arrivarci
33. CHRISTIAN KOLOKO | TORONTO RAPTORS Lungo solido capace di giocare le due metà campo, perché oltre a proteggere il ferro ha anche discrete doti di lettura per giocare gli short roll. È ancora però piuttosto grezzo per essere un giocatore di 22 anni
34. JAYLIN WILLIAMS | OKLAHOMA CITY THUNDER Centro di stazza e forza fisica, pur non essendo gigantesco come misure. Ottimo rimbalzista, eccezionale intelligenza cestistica. Primo in NCAA per sfondamenti subiti. Mobile in drop sui pick and roll, ma pecca di atletismo e verticalità. Sa trattare il pallone molto bene per un lungo
35. MAX CHRISTIE | LOS ANGELES LAKERS Ancora giovanissimo, fosse rimasto un altro anno a Michigan State sarebbe finito molto più su. Ha dimensioni e interessanti capacità difensive, oltre a un tiro che — al netto delle percentuali sotto al 32% — non ha niente di sbagliato dal punto di vista della meccanica, anzi. Al momento non regge la fisicità della NBA, deve aggiungere chili ed esplosività
36. GABRIELE PROCIDA | DETROIT PISTONS Cade nella definizione il più ampia possibile di prospetto: è un 3&D in parte da costruire, ma con tanti punti di forza e margini su cui lavorare. Unisce due aspetti cruciali per un esterno: capacità di tiro e atletismo per poter sopravvivere in difesa. Il resto sta a lui e alla sua voglia di crescere, ma la testa è quella giusta
37. JADEN HARDY | DALLAS MAVERICKS Il grande sconfitto della nottata, visto che ce lo sia aspettava attorno alla 20. Fatica a processare il gioco ad alto livello e in difesa è quasi disinteressato, ma ha innegabili doti realizzative (anche se non soprattutto spot-up). Se riesce a ristrutturare il suo gioco per diventare un realizzatore di complemento che si impegna anche in difesa, allora può cambiare la sua carriera
38. KENNEDY CHANDLER | MEMPHIS GRIZZLIES Point guard sottodimensionata, ma ottimo playmaker che sa tirare ed è una peste in difesa, mentalità da giocatore di Memphis fatta e finita. Due problemi: non ha floater in avvicinamento ed è proprio proprio piccolo, non arrivando al metro e 80
39. KHALIFA DIOP | CLEVELAND CAVALIERS Dimensioni eccellenti per fare il rim runner, gioca duro e corre in campo aperto. Non è però particolarmente atletico lateralmente e gli istinti difensivi sono troppo indietro. Mani di pietra
40. BRYCE MCGOWENS | CHARLOTTE HORNETS Ha enorme talento realizzativo, ma altrettanti buchi in termini di difesa e playmaking. Un progetto su più anni, visto che comunque è ancora giovane e malleabile. Però gli mancano dieci chili e più per essere un giocatore NBA, oltre alla voglia di difendere
41. EJ LIDDELL | NEW ORLEANS PELICANS Per lui sembrava fatta alla 20 con Chicago, invece è scivolato 21 posizioni più indietro. È sottodimensionato, ok, però ha versatilità e intelligenza per ricoprire qualsiasi ruolo del front court, e il tiro da fuori non è così male (37.4% in stagione). Fa più affidamento alla forza fisica che alla velocità, ma non è impossibile immaginarselo come “small ball 5” in un futuro neanche troppo lontano
42. TREVOR KEELS | NEW YORK KNICKS Ha la fisicità che piace ai tifosi dei Knicks, oltre a una fiducia nei suoi mezzi forse esagerata. Il rischio è che il suo strapotere fisico non si trasli anche in NBA dove ci sono atleti migliori. Al liceo era un tiratore élite che viaggiava a 9 assist di media, ma deve salire di livello in difesa
43. MOUSSA DIABATE | L.A. CLIPPERS Le misure sono quelle giuste e ha atletismo vero per poter cambiare su più ruoli in difesa, però il suo feel per il gioco e le sue mani sono davvero preoccupanti. Tende a essere troppo aggressivo in difesa, progetto su più anni
44. RYAN ROLLINS | GOLDEN STATE WARRIORS Super realizzatore con misure anche se leggerino, sa segnare su tre livelli ma soprattutto dal mid-range con un ball-handling tutto suo. Pur non essendo un grande atleta, forza palle perse. Però gli manca forza fisica per diventare un giocatore utile
45. JOSH MINOTT | CHARLOTTE HORNETS Un progettone di esterno/lungo che è lontanissimo dall’essere un giocatore utile in NBA, ma ha atletismo e dimensioni che non si insegnano. Sapesse anche giocare a basket sarebbe meglio. Giocava solo 11 minuti di media al college, ma era uno dei pochi di Memphis a giocare nella maniera giusta o almeno provarci
46. ISMAEL KAMAGATE | DENVER NUGGETS Ha atletismo, mobilità e tocco per poter diventare un giocatore NBA in poco tempo, molto veloce sui piedi a differenza degli altri centri di questa classe. È ovviamente ancora molto grezzo e deve migliorare il posizionamento difensivo
47. VINCE WILLIAMS JR. | MEMPHIS GRIZZLIES Ha lavorato molto sul suo tiro nei suoi quattro anni a VCU, gioca nella maniera giusta in attacco e in difesa ha grandissimi istinti. Non è un grande atleta e sulla palla fatica a contenere, però è uno su cui si può investire
48. KENDALL BROWN | INDIANA PACERS Per lui si parlava anche di primo giro, invece è finito quasi fuori dal secondo. Atleta versatile, eccellente in campo aperto e con un po’ di istinti da passatore, però difensivamente è molto peggio di quello che dovrebbe essere considerando che è un non-tiratore e non sa palleggiare. Baylor era molto meglio senza di lui in campo
49. ISAIAH MOBLEY | CLEVELAND CAVALIERS Sì, è il fratello maggiore di Evan Mobley, con cui ha giocato (peraltro molto bene) al college. McDonald’s All-American nel 2019, non è riuscito davvero a emergere in NCAA. Quest’anno è diventato perno centrale di USC, ma senza portarli da nessuna parte. Atletismo che lascia molto a desiderare, ma sa giocare a pallacanestro
50. MATTEO SPAGNOLO | MINNESOTA TIMBERWOLVES Ha dimensioni eccellenti per un playmaker, è creativo e imprevedibile con la palla tra le mani e sa tirare. Al momento quello che manca è la forza fisica, che si vede sia in attacco che in difesa. Un paio di di anni in Europa non possono che fargli bene, ma già aver messo un piedino in NBA non è una brutta base di partenza
51. TYRESE MARTIN | ATLANTA HAWKS Uno dei giocatori più tosti del college basket. Ha già 23 anni, ha fisicità e voglia di competere, energia da vendere. Sottodimensionato per il ruolo che deve andare a ricoprire, deve essere affidabile al tiro da tre per potersi assicurare un posto in rotazione. Uno che può occupare minuti, solo senza tanta qualità
52. KARLO MATKOVIC | NEW ORLEANS PELICANS Croato proveniente dal KK Mega come Jovic, capisce il gioco e ha buone dimensioni per il ruolo ma è ancora grezzo sui due lati del campo e atleticamente è ancora rigido
53. JD DAVISON | BOSTON CELTICS Prospetto cinque stelle in uscita dal liceo, buone dimensioni per il ruolo di 1 e doti atletiche per attaccare il ferro. Il tiro è molto meglio piedi per terra che dal palleggio, ma non è davvero affidabile in nessuno dei due casi. Decision making tutto da registrare: sarebbe dovuto rimanere al college
54. YANNICK NZOSA | WASHINGTON WIZARDS Atleta eccellente per esplosività e dimensioni che gli permettono teoricamente di difendere ad alto livello, ma è un attaccante troppo limitato sotto ogni punto di vista. Deve crescere a livello di stazza e rimarrà in Europa per farlo
55. GUI SANTOS | MILWAUKEE BUCKS Ottime dimensioni per il ruolo, veloce pur non essendo esplosivo, ottimo nei pick and roll. Può faticare molto in difesa e deve maturare molto a livello di decisioni e palleggio. La meccanica di tiro sembra buona al di là delle percentuali
56. LUKE TRAVERS | CLEVELAND CAVALIERS Ha avuto spazio limitato ma si è fatto notare in NBL. Mette bene palla per terra per uno delle sue dimensioni da esterno puro, gioca a testa alta. Al momento non è un tiratore e compirà 21 anni a settembre: non gli resta tantissimo tempo per migliorare
57. JABARI WALKER | PORTLAND TRAIL BLAZERS Figlio di Samaki Walker, ha misure e dimensioni per fare il 4. Tiratore con buon rilascio, anche se è di striscia. Miglioratissimo in difesa, può cambiare su più ruoli. In attacco non sa fare niente oltre al tiro, però è ancora un teenager. Al momento un 3&D solo molto teorico.
58. HUGO BESSON | MILWAUKEE BUCKS Realizzatore creativo con tocco per diventare un tiratore in futuro, finisce bene al ferro e facilita il gioco. Ma è un tiratore di striscia non affidabile in questo momento e con le sue dimensioni può essere puntabile in difesa