Una didascalia falsa e ingannevole associata a un'immagine di Magic Johnson durante un normale prelievo sanguigno ha per un momento allarmato i social: "L'ex star NBA dona il sangue ai pazienti affetti da Covid-19", veniva riportata. Una falsità bella e buona, prontamente smascherata da Associated Press, visto che la Croce Rossa internazionale proibisce ogni donazione di sangue ai positivi all'HIV
Ha dovuto intervenire l'Associated Press, con un comunicato stampa apposito, per spegnere sul nascere l'ennesimo fake social che rischiava di causare non pochi danni. Online infatti ha iniziato nelle scorse ore a circolare sempre più ripresa un'immagine di Magic Johnson con la seguente didascalia: "Una foto ritrae l'ex star NBA Earvin 'Magic' Johnson, che è sieropositivo, mentre dona il suo sangue il 22 agosto 2022 per aiutare i pazienti affetti da Covid-19". Tutto falso. Semplicemente perché la foto risalte a una decina di anni fa e anche in quel caso non si trattava di una donazione di sangue - vietate dalla Croce Rossa internazionale a chiunque sia risultato positivo al virus dell'HIV - ma di un normale prelievo di routine fatto alla leggenda dei Lakers dal suo medico personale, David Ho. Quel primo messaggio social, infatti - con più di 10.000 like e 25.000 condivisioni - aveva scatenato reazioni allarmate ("Cosa sta donando????", il tweet di un altro utente, apprezzato da 38.000 persone e condiviso da oltre 230.000) e l'effetto valanga tipico del mondo social rischiava di defragare attorno a una notizia palesemente falsa.
Associated Press smentisce categorica: la didascalia è errata
Per questo Associated Press è prontamente intervenuta per smascherare il fake: "Falsa", il termine usato riferendosi alla didascalia usata sui social a commento dell'immagine. "La didascalia è errata. Si tratta di un fermo-immagine da un documentario del 2012 che vede Johnson sottoporsi a un normale prelievo sanguigno - e non si tratta in alcun modo di una donazione recente alla Croce Rossa". Una precisazione puntuale e tempestiva, che però mette ancora una volta in guardia dalle potenzialità pericolose di una certe (mal) informazione circolante sui social.