Dallas perde nel finale contro Denver e il sesto uomo dei Mavs a fine gara non nasconde la sua insoddisfazione per il minutaggio ricevuto da coach Kidd (solo 17 minuti, suo minimo stagionale). Al secondo miglior marcatore di Dallas sta sempre più stretto il ruolo di sesto uomo ritagliatogli per lui dal suo allenatore
Già un'altra volta, quest'anno, a Christian Wood era capitato di segnare soltanto 5 punti (come nella notte contro Denver). Ma mai, da quando indossa la maglia dei Mavs, gli era capitato di restare in campo soltanto 17 minuti (mai sceso sotto i 20, pur uscendo sempre dalla panchina). E allora al termine del rocambolesco ko contro i Nuggets, l'ex giocatore degli Houston Rockets - che dei Mavs oggi è il secondo marcatore di squadra, alle spalle solo di Luka Doncic - non ha nascosto la propria delusione: "Mi piacerebbe giocare di più - ha ammesso il n°35 dei Mavericks - e l'ho già fatto presente più di una volta. Ma non posso far altro che fare al meglio il ruolo che mi viene assegnato". Una frecciata neppure troppo velata al suo allenatore, Jason Kidd, che per lui fin dal via della stagione ha ritagliato il ruolo di sesto uomo in uscita dalla panchina. Un ruolo che lo stesso Wood - con un tweet del 26 settembre - aveva accolto quasi "incredulo" con una risata sarcastica e che oggi, quasi due mesi dopo, sembra andargli più stretto che mai.
Wood, infatti, aveva iniziato il campionato con 50 punti e 20 rimbalzi combinati nelle prime due gare: "Un campione statistico troppo piccolo per cambiare le mie decisioni", aveva detto Kidd all'epoca. "Magari ne riparliamo dopo 10 gare". Di gare ora ne sono passate 13 (quelle giocate da Wood, due volte assente - con i Mavs due volte sconfitti) e i 17.5 punti di media del suo lungo con percentuali straordinarie (il 57% dal campo e oltre il 43% da tre) e anche 7.5 rimbalzi a sera non sembrano scalfire le certezze del coach di Dallas. Discorso diverso, pare, se si guarda invece all'umore del giocatore.