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NBA, Simone Fontecchio: "Mi porto il pallone a casa, è un regalo per mia figlia". VIDEO

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Il giocatore azzurro dei Jazz è il protagonista anche del post, intervistato sia a bordocampo che in conferenza stampa - felice di essersi conquistato sul campo le attenzioni dopo 50 giorni complicati: "Provo sempre a farmi trovare pronto, la NBA è un mondo diverso ma alle spalle ho 10 anni da professionista che mi aiutano. Sono felice di questa esperienza e mi godo ogni singolo momento, sia nel bene che nel male"

Una partita così dopo 50 giorni complicati di regular season Simone Fontecchio non l’avrebbe mai immaginata neanche nel più idilliaco dei suoi sogni: 18 punti in 20 minuti, 6/10 dal campo e soprattutto una schiacciata che a 1.4 secondi dalla sirena regala agli Utah Jazz il canestro che vale sorpasso e vittoria sui Golden State Warriors. È lui l’uomo della notte NBA, quello su cui puntare i riflettori, la storia da raccontare: il ragazzo che si è fatto il più bello dei regali per i suoi 27 anni - che compirà domani e che festeggerà insieme alla delegazione italiana giunta a Salt Lake City dopo aver incontrato Paolo Banchero a Orlando - e che porta con sé a casa il pallone della partita. "Non so ancora dove lo metterò, devo tenerlo lontano da mia figlia. O magari ci giocherà lei", scherza nella sua prima conferenza stampa post partita in carriera in NBA. Altro segnale di come le cose siano cambiate grazie alla prestazione di questa notte: "Quando ho saputo che sarei arrivato in NBA ero felice a prescindere di poter far parte di una franchigia, di essere parte del roster dei Jazz. Sapevo che ci sarebbero state delle difficoltà, che avrei dovuto fare tanti cambiamenti, avrei dovuto adattare il mio stile di gioco, affrontare delle regole diverse. Ma ero e sono pronto a restare concentrato, a superare dei momenti non semplici, mantenendo sempre un atteggiamento positivo e propositivo".

Qualche secondo prima del canestro della vittoria, Fontecchio aveva avuto tra le mani la tripla del pareggio a una ventina di secondi dalla fine, venendo però stoppato da Klay Thompson. "Ero arrabbiato, non l'ho visto arrivare, ma lui ha fatto una grande giocata in difesa. Ero molto contento quando abbiamo recuperato il pallone in difesa" ha spiegato. "Pazzesco, non so cosa dire, incredibile. I ragazzi sono stati straordinari, abbiamo giocato due grandissime difese negli ultimi possessi: sono riusciti a rubare il pallone e a passarlo a me. Incredibile", racconta così tra l’incredulo e l’emozionato quanto accaduto negli ultimi istanti di gara. "Provo sempre a farmi trovare pronto quando vengo chiamato in causa, non è semplice ma ogni volta che il coach chiama il mio nome voglio dare una mano. Ho dei compagni fantastici, abbiamo fatto un grande lavoro oggi. Erano tutti contenti per me nello spogliatoio", spiega a chi gli chiede conto del suo impatto nella lega. "La NBA è un mondo completamente diverso da quello a cui ero abituato nelle mie esperienze passate, il mio obiettivo è quello di godermi ogni singolo istante di questa nuova avventura. Ho giocato da professionista per 10 anni prima di arrivare qui, ma questo è un altro contesto". Parole in linea con quanto aggiunto da coach Hardy su di lui: "È un professionista da quando aveva 16 anni. È un altro ragazzo che non si lamenta mai o chiede di più. Sappiamo tutti che è un giocatore capace. Può davvero tirare e far canestro in ogni situazione, è intelligente e sa cosa sta facendo. Legge bene il gioco e crediamo molto in lui". Dopo stanotte poi, inizia a crederci anche la NBA.

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