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Mercato NBA, Zach LaVine ai ferri corti con Chicago: tensione nello spogliatoio Bulls

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©Getty

Il giocatore dei Bulls, chiamato a essere leader di un gruppo che sta facendo enorme fatica in questi primi due mesi, è finito sul banco degli imputati dopo la disastrosa sconfitta contro Minnesota - rompendo in maniera forse irreversibile con compagni di squadra e dirigenza. LaVine rassicura a parole, ma la situazione potrebbe essere compromessa

La vittoria in trasferta a Chicago ha lenito soltanto in parte la situazione complicata all’interno dello spogliatoio dei Bulls, convinti sin dalla scorsa stagione di avere a disposizione un roster per puntare ai playoff e travolti invece in questi primi due mesi mediocri di regular season - con i 150 punti subiti contro Minnesota a fare da triste ciliegina sulla torta. Proprio a seguito di quel match sono venuti fuori diversi report e ricostruzioni nelle ultime ore, che raccontano come la squadra abbia puntato il dito contro Zach LaVine - chiamato a essere uno dei leader del gruppo e finito sul banco degli imputati come uno dei “problemi” di una squadra in enorme affanno. Battibecco iniziato già negli spogliatoi e poi proseguito anche dopo la gara, con la sensazione che si sia ormai arrivati a un definitivo punto di rottura tra Zach LaVine e la dirigenza dei Bulls. La soluzione al momento sembra essere una soltanto: l’addio da parte dell’ex T’Wolves alla franchigia dell’Illinois.

The Athletic ha sentito anche il diretto interessato, che ha provato a stemperare con le sue dichiarazioni la situazione: “Penso che tutti attraversino alti e bassi, succede in ogni squadra. Ovviamente se non vinciamo le partite, in molti non saranno contenti e le cose non sembreranno belle come prima: se vai per il verso giusto, tutto è luccichio e spettacolo quando vinci le partite. Ma quando stai perdendo partite e stai cercando di fare le stesse cose, diventa un inferno. Ognuno ha diritto alla propria opinione: per quel che mi riguarda, tengo la testa bassa, lavoro sul mio gioco e cerco di aiutare la mia squadra. Voglio essere uno dei leader di questo gruppo: ecco quali sono i passi che voglio compiere. Cerco solo di analizzare giorno per giorno e valutare come stiamo andando”. Una visione fin troppo analitica da parte di un giocatore che non guarda più in faccia i compagni e che ormai ha perso ogni tipo di feeling cestistico anche con DeMar DeRozan al suo fianco. Pensare di placare le voci con qualche parola distensiva potrebbe non bastare.

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