Il prodotto della Stella Azzurra ha raccontato a Sky Sport la sua storia: partito da Genova e passando dalla Russia e la Lituania, Abramo Canka è arrivato a UCLA dove studia per ritagliarsi un ruolo sempre più importante nella rotazione dei Bruins. "Sono arrivato qui nel momento giusto, non c’è niente di meglio di giocare e studiare in una delle scuole più importanti del mondo. Il mio idolo? Kobe Bryant"
Osservando il roster degli UCLA Bruins, tra nomi che presto conosceremo al Draft NBA e quelli di alcune delle high school più famose d’America, c’è un nome che in poco tempo diventerà familiare anche dalle nostre parti. È quello di Abramo Canka, che come città natale recita "Genoa, Italy" e come liceo di provenienza l’istituto paritario "G. Papi", tradendo la sua evidente provenienza italiana. "Sono nato e cresciuto a Genova da mamma albanese e papà senegalese" ha raccontato Canka in esclusiva a Sky Sport. "Ho sempre vissuto nei vicoli o comunque nel centro storico di Genova, grazie all’aiuto di tante famiglie e grazie alla comunità Papa Giovanni che hanno aiutato tantissimo mia mamma durante tutta la mia infanzia. Ho iniziato grazie a Maurizio Scicchitano, che allo stand del basket durante la festa dello sport a Genova ha fermato mia mamma dicendo che non aveva mai visto un ragazzino così. Mia mamma gli promise che mi avrebbe portato a giocare a basket il settembre successivo, e così è stato. Dopo il trofeo delle regioni che ho giocato con la Liguria a Bologna, è arrivata la chiamata alla Stella Azzurra da parte di Giacomo Rossi. Fu una scelta facile, avevo 14 anni".
Il viaggio di Abramo, dalla Stella Azzurra alla Lituania
Alla Stella Azzurra Canka fa parte di un gruppo d’oro, quello che poteva contare anche su Matteo Spagnolo, Paul Eboua e Yannick Nzosa, che si stanno tutti facendo un nome in giro per l’Europa e per il mondo. "Siamo cresciuti insieme: dormivamo, mangiavamo, andavamo a scuola, ci allenavamo, facevamo atletica. È stato veramente speciale vedere tutti noi fare percorsi diversi con squadre diverse e paesi diversi, e comunque vedere tutti crescere in modo sano e felice". Dopo l’esperienza a Roma, Canka ha passato un anno in A2 a Roseto prima di fare le valigie e passare prima in Russia e quindi in Lituania: "Dopo quattro anni di Stella Azzurra ho scelto insieme alla mia famiglia di fare un corso di differente rispetto a quello che fanno tanti ragazzi italiani, ovvero andare all'estero come ha fatto Matteo [Spagnolo], come ha fatto Gabriele [Procida] e come ha fatto Giordano Bortolani. Penso che è stata la scelta migliore per me livello tecnico-tattico perché in Lituania ho imparato tantissimo, essendo un paese conosciuto a livello mondiale per la pallacanestro".
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Il salto a UCLA: "Sono arrivato nel momento giusto"
In estate è arrivata la decisione di fare il salto negli Stati Uniti, accettando la corte dei Bruins di UCLA con i tempi e i modi più adatti alla sua crescita: “Penso che per poter competere a un livello alto come può essere quello di UCLA bisogna arrivare preparati, e per questo penso di essere arrivato al momento giusto perché comunque, avendo 20 anni e avendo giocato già in tanti paesi differenti con tanti allenatori differenti, penso di portare qualcosa alla squadra. Finora sta andando molto bene: la prima regola che ho notato che è molto diversa rispetto all'Europa è quella dei 30 secondi. In Europa giochiamo a 24 secondi mentre qui ci sono sei secondi in più, quindi gli attacchi sono un pochino più lunghi rispetto all’Europa dove il gioco è magari più veloce. Però anche qua vanno anche molto su e giù, c’è tanto contropiede e tanta fisicità, gli arbitri lasciano correre molti contatti”. Coach Cronin stravede per lui, anche se in questo momento la squadra è nelle mani di altri giocatori con maggiore esperienza: “Jaime Jaquez è un senior che sta qua da 4 anni e Jaylen Clark è un junior con tre anni alle spalle. Sono giocatori di esperienza che hanno già fatto tante partite in NCAA e sapevo di essere dietro a loro nelle gerarchie, che sono una cosa molto importante a livello di college basketball e quindi bisogna rispettarle. Ma io sono pronto e sarò sempre pronto a quello che dicono di fare”.
Se potesse tornare indietro, però, di sicuro rifarebbe la stessa scelta anche se finora ha giocato meno di 8 minuti di media in 12 partite. “È sicuramente un’esperienza che consiglierei a tutti: a livello di college hai l’opportunità di studiare e di giocare allo stesso momento, ed è una cosa che purtroppo in Italia e in Europa i ragazzi non hanno. È bellissimo perché hai attorno ragazzi della tua età quindi ti puoi divertire, puoi giocare e hai l'opportunità di studiare e di prendere un diploma in una delle scuole più importanti del mondo. Quindi meglio di così non c’è niente”. Uno sguardo a quello che succede da questa parte dell’oceano però non manca mai: “Il mio idolo crescendo era Kobe Bryant per la sua mentalità, ma ovviamente ho sempre seguito tantissimo la comunità italiana con Danilo Gallinari in NBA e tutti i ragazzi che giocano in Europa e in Eurolega, da Daniel Hackett a Marco Belinelli fino a Nico Minion, Giampaolo Ricci e i ragazzi dell'Olimpia, Milano. Seguo molto l’Eurolega, insomma guardo tanto basket”. In attesa di diventarne un protagonista, Abramo Canka studia da campione.