Serata dolce-amara per il n°45 dei Cavs, che si regala il quinto quarantello della stagione, segna 15 dei suoi 46 punti nell'ultimo quarto ma non riesca a trascinare i suoi Cavs al successo. Una serata comunque da ricordare per il grande ex, condita dagli abbracci degli ex compagni e dal bel video celebrativo preparato dai Jazz per lui
Donovan Mitchell probabilmente si era immaginato il suo primo ritorno da avversario nello Utah proprio così - se si eccettua un unico - ma fondamentale - particolare: la sconfitta dei suoi Cavs. Per il resto la serata del n°45 - che a Salt Lake City ha tracorso i primi 5 anni della sua carriera - è stata pressoché perfetta, a partire da una prestazione da libri dei record. I suoi 46 punti inflitti ai Jazz (17 dei quali nel quarto quarto, facendo di tutto per provare a trascinare la sua squadra alla vittoria) sono solo la settima prestazione a 40 o più punti di un giocatore NBA alla sua prima da avversario sul campo della propria ex squadra. Solo che Mitchell - alla luce della vittoria 116-114 di Utah su Cleveland - diventa l'unico giocatore assieme a Nick Van Exel a riuscire in questa impresa senza però festeggiarla con una vittoria (Van Exel segnò 41 punti il 5 aprile 1999 con la maglia di Denver al suo ritorno sul campo dei Los Angeles Lakers, con cui aveva anche lui trascorso le prime cinque stagioni nella lega). Mitchell è stato perfetto dalla lunetta (11/11 il suo bottino a cronometro fermo) ed efficiente al tiro (14/27 dal campo, con un notevole 7/18 da tre punti). Già a quota 25 al termine del primo tempo, il quarto conclusivo è stato un duello (terminato con un bellissimo abbraccio) tra lui e Jordan Clarkson: 17 i punti nella frazione di Mitchell, contro i 15 di Clarkson, di cui però 9 consecutivi nel 13-0 Jazz che ha deciso la sfida.
Il n°45 dei Cavs si può consolare con il quinto quarantello della sua stagione, già un record personale in carriera, impreziosito anche dalla famosa gara a quota 71 rifilata ai Chicago Bulls. Nello Utah è mancata soltanto la vittoria ma la serata resta comunque da ricordare, a partire dalle emozioni iniziali con il video tributo dedicato dalla franchigia dello Utah al giocatore che per cinque anni - in campo e fuori - è stato il simbolo della squadra e della città. Un video tutto da gustare qui.