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NBA, la folle storia di Caleb Martin: dal taglio a Charlotte a decisivo in gara-7

NBA
©Getty

I Miami Heat non sarebbero mai riusciti a vincere la serie contro Boston senza il contributo di Caleb Martin, decisivo anche in gara-7 con una prestazione da 26 punti e 11/16 al tiro per tramortire i Celtics. Incredibile la sua parabola negli ultimi due anni, passando dal taglio da parte degli Charlotte Hornets a un ruolo di rilievo per una finalista NBA, ricevendo quattro voti per il premio di MVP della serie

Probabilmente è stato quando Caleb Martin ha segnato i punti numero 24, 25 e 26 della sua partita che i Boston Celtics hanno capito di non avere più una chance. Al primo possesso offensivo del quarto periodo, con i suoi avanti di 10 lunghezze, Martin in semi-transizione si è ritrovato libero in punta e senza pensarci un secondo ha segnato il suo undicesimo canestro della partita nonché la sua quarta tripla della sua serata, suggellando un parziale personale di 8-2 nel giro di un minuto a cavallo di terzo e quarto periodo che ha definitivamente tagliato le gambe a qualsiasi speranza di rimonta dei biancoverdi. Il suo nuovo massimo in carriera ai playoff (26 punti, superando i 25 già realizzati in gara-2) sono la giusta conclusione di una serie giocata a livelli sensazionali, senza mai tremare neanche una volta nonostante l’importanza del momento. Le sue cifre finali parlano da sole: 19.3 punti e 6.4 rimbalzi di media con il 60% da campo e addirittura il 49% da tre punti, tanto che ben quattro votanti su nove per il premio di MVP della serie (Tim Reynolds di Associated Press, John Schuhmann di NBA.com, Joe Vardon di The Athletic e Gary Washburn del Boston Globe) hanno preferito lui a Jimmy Butler, a cui è comunque andato il premio ricevendo gli altri cinque voti. Un risultato impensabile anche solo pochi mesi fa, figuriamoci nel 2021 quando Martin è stato addirittura tagliato dagli Charlotte Hornets.

Chi è Caleb Martin, eroe a sorpresa dei playoff dei Miami Heat

Caleb Martin è uno dei tanti "undrafted" di questa versione dei Miami Heat arrivata in maniera rocambolesca fino alle Finals, solamente la seconda testa di serie numero 8 a riuscirci nella storia NBA dopo i New York Knicks del 1999. Dopo essere tornato per il suo anno da senior a Nevada, infatti, nessuno al Draft ritenne necessario spendere anche solo una seconda scelta su di lui, costringendolo a guadagnarsi un posto in NBA passando un paio di anni di "precariato" con gli Charlotte Hornets. Primo anno a meno di 900mila dollari, poi convertito in un contratto two-way, quindi un triennale da 4.2 milioni complessivi da cui però gli Hornets si sono tolti in fretta, tagliandolo nell’agosto del 2021. A quel punto è intervenuto il rapper J-Cole in suo soccorso, segnalandolo allo staff dei Miami Heat che gli hanno dato una chance, prima con un contratto two-way e poi “regolarizzandolo” con un accordo standard nel febbraio del 2022 a 528mila dollari per il resto della stagione, arrivando poi a un triennale da 20.4 milioni nella scorsa estate (con 6.5 milioni di stipendio è il 193° giocatore più pagato della lega) con la concreta possibilità di diventare titolare dopo l’addio di PJ Tucker. Martin, 27 anni, ha disputato 49 partite in quintetto sulle 71 dell’ultima regular season, viaggiando a 9.6 punti e 4.8 rimbalzi di media, schizzata a 14.1 a partita in questi playoff nei quali sta tirando come mai in carriera, convertendo 39 delle 89 (43.8%) conclusioni tentate dalla lunga distanza e rivelandosi, senza alcun dubbio, come una delle storie più incredibili di questi playoff.

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