Dopo il suo primo allenamento con la nazionale statunitense in vista dei Mondiali asiatici, Paolo Banchero ha parlato di nuovo della sua decisione di giocare con Team USA dopo essersi impegnato con l’Italia. "È stato un processo lungo, ma ho preso la mia decisione. Ho ringraziato l'Italia per quello che hanno fatto per me, c’è rispetto da entrambe le parti. Ho mandato un messaggio, penso che comunque sia finita bene"
La Nazionale di basket statunitense si è ritrovata a Las Vegas negli ultimi giorni per cominciare la preparazione in vista dei Mondiali asiatici di fine agosto (da seguire in diretta sui canali di Sky Sport) con una squadra pressoché interamente nuova agli ordini di coach Steve Kerr, subentrato a Gregg Popovich dopo l’oro olimpico di Tokyo. Tra i 12 per i Mondiali c’è anche Paolo Banchero, che ha scelto Team USA dopo essersi impegnato con la nazionale italiana e andando vicino a esordire per noi nel 2020. Il mancato azzurro è tornato a parlare della sua decisione di giocare per gli USA dopo il suo primo allenamento con la nazionale, spiegando come è andata a The Athletic: "Rappresentare il tuo paese è più grande di te stesso" ha detto al giornalista Sam Amick. "[Scegliere tra USA e Italia] è stato un processo lungo, ma ho preso la mia decisione. Mia madre ha giocato per Team USA, perciò è sempre stato un mio sogno". Stando a Banchero, anche i rapporti con la nazionale italiana si sono calmati dopo il no agli azzurri. "Ho ringraziato per tutto quello che hanno fatto per me sin dai tempi del liceo, sia per l’aiuto che mi hanno dato nel prendere la cittadinanza sia per quello che mi hanno insegnato sul paese e sul passato della mia famiglia. Penso che ci sia rispetto da entrambe le parti: ho mandato loro un messaggio ringraziandoli ed esprimendo quanto significasse quello che hanno fatto per me. Perciò penso che sia comunque finita bene".
Il ruolo cruciale di Grant Hill nella decisione di Banchero
Nel pezzo viene spiegato anche come Grant Hill, anche lui diventato nuovo capo di Team USA subentrando allo storico chairman Jerry Colangelo, abbia avuto un ruolo cruciale nel convincere Banchero, sia per il loro passato comune a Duke che per l’amicizia che lega Hill all’agente di Banchero, il suo ex compagno di squadra Mike Miller."Appena sono arrivato a scuola si è subito fatto avanti offrendosi per darmi aiuto in qualsiasi cosa necessitassi, e questo ha avuto il suo peso" ha spiegato Banchero. "C’è un certo livello di fiducia tra noi due e so che mi metterà nelle migliori condizioni per avere successo: ora sta a me tenere fede alla mia parte dell’accordo". Da parte sua, Hill ha detto che "non appena lo abbiamo chiesto formalmente, non c’è stata alcuna esitazione da parte di Banchero".
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Alla prima partitella del training camp Banchero ha fatto parte della squadra con la maglia blu insieme a quattro probabili titolari come Tyrese Haliburton, Anthony Edwards, Brandon Ingram e Jaren Jackson Jr., sintomo che comunque ha qualche possibilità di giocarsi anche una maglia da titolare per i Mondiali. "È davvero disponibile a essere allenato e può giocare in diverse posizioni" ha detto Kerr. "Sa mettere palla per terra molto bene, è davvero un giovane giocatore molto intrigante e un ottimo ragazzo". E lui stesso sembra ben disposto a un ruolo meno importante rispetto a quello che ha coi Magic: "A Orlando sono il realizzatore principale, ma qui sono in grado di fare altre cose, che sia avere impatto sulla partita difensivamente, a rimbalzo, con i passaggi o in altri modi. Penso di poter mostrare altre parti del mio gioco: qualsiasi cosa serva alla squadra, cercherò di metterlo in mostra".