Dopo aver definito Daryl Morey "un bugiardo" la scorsa settimana, James Harden ha dovuto spiegare le sue parole durante l'investigazione lanciata dalla NBA, negando che ci fosse un accordo risalente allo scorso anno (quando rinnovò rinunciando a 15 milioni di dollari) ma facendo riferimento al mancato scambio di questa estate
Le parole di James Harden dalla Cina ("Daryl Morey è un bugiardo e non farò mai parte di un’organizzazione in cui c’è anche lui") hanno fatto il giro del mondo, arrivando anche all’Olympic Tower di New York, sede della NBA. La lega ha immediatamente lanciato un’investigazione su quelle parole, che facevano sottintendere un accordo verbale "sottobanco" tra Harden e Morey per una situazione contrattuale pregressa: bisogna ricordare infatti che nell’estate del 2022 Harden ha rinunciato a una player option da 47 milioni di dollari, firmando un contratto di due anni (1+1) con i Philadelphia 76ers per 32 milioni nella prima stagione e 35.6 nella seconda con opzione a suo favore. Un gesto che ha permesso ai Sixers di firmare PJ Tucker e Danuel House (due firme per le quali i Sixers sono stati ritenuti colpevoli di "tampering" trovando gli accordi prima del tempo, pagando con due seconde scelte al Draft), ma si pensava che Harden avrebbe "recuperato" i soldi lasciati per strada rifirmando al massimo salariale quest’estate. Invece secondo quanto riportato da NBC Sports Philadelphia i Sixers non hanno nemmeno fatto un’offerta a lungo termine al loro playmaker, provocando la sua ira e portandolo a decidere di esercitare l’opzione a suo favore e chiedendo immediatamente di essere scambiato.
Il significato delle parole secondo Harden: cessione "rapida" non rispettata
Secondo quanto detto da Harden nelle investigazioni, il Barba faceva riferimento proprio a questo: Morey avrebbe promesso di scambiarlo "rapidamente" una volta esercitata la player option, cosa che invece non è accaduta negli ultimi due mesi fino a interrompere ogni trattativa — facendo imbestialire Harden, che dalla Cina ha fatto sapere di non voler prendere parte al training camp di settembre. Sarà compito della NBA fare luce su quanto accaduto: se venisse trovato che Harden e Morey avevano un accordo per rifirmare quest’anno (al quale poi Morey è venuto meno), sarebbe una chiara violazione del contratto collettivo che impedisce esplicitamente accordi tra le parti prima dei tempi stabiliti dalla free agency.