NBA, Klay Thompson: "Vorrei chiudere la carriera a Golden State"

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La guardia degli Warriors, alla vigilia della sua 13° stagione in NBA, ha concesso una lunga intervista a "The Athletic". Tra i tanti argomenti trattati c'è anche quello che riguarda il contratto con Golden State, in scadenza la prossima estate, e in merito al quale Thompson ha le idee piuttosto chiare

 

KLAY THOMPSON E L'ESTENSIONE DEL SUO CONTRATTO: AL MOMENTO È TUTTO FERMO | LEGGI L'ARTICOLO

Giocare tredici stagioni in NBA non è un'impresa facile, farlo al massimo livello è cosa da pochi, riuscire a tornare in campo dopo ben due pesanti infortuni è una vera e propria rarità. Lo sa bene Klay Thompson, che dopo essere rimasto fermo per quasi tre anni tra il 2019 e il 2022 a causa della rottura del crociato e del tendine d'Achille, è stato un elemento chiave nella vittoria del quarto titolo della dinastia Warriors. Il prezzo di quell'incredibile ritorno sul parquet, però, si è fatto sentire nella stagione successiva, conclusa con l'eliminazione al secondo turno dei playoff per mano dei Lakers. "Ero bollito, ero stanchissimo" ammette Thompson parlando della serie contro James e soci, "in gara 6 tutti i miei tiri erano corti, non so se si trattasse di fatica fisica o mentale". Dopo un'estate di lavoro e recupero fisico, però, Thompson, che il prossimo febbraio compirà 34 anni, si sente pronto ad accettare nuove sfide, compresa quella recentemente lanciatagli dal suo allenatore. "Steve [Kerr] mi ha chiesto di marcare le ali forti avversarie? Non mi tiro certo indietro, ho imaprato che non vinci il titolo senza essere in grado di marcare chiunque". 

Incognite e pace interiore

Inutile girarci intorno, però, la vera incognita che accompagna Thompson verso la stagione 2023-24 riguarda il suo contratto. L'accordo con Golden State va avanti dal 2011, l'anno in cui il figlio di Mychal è entrato in NBA, e scade a giugno del prossimo anno. Le negoziazioni per un eventuale rinnovo ed estensione, al momento, sembrerebbero ferme, ma il giocatore non ha dubbi sul suo futuro: "Non vorrei andare altrove, giocare tutta la carriera in una sola squadra è davvero una cosa rara". Thompson, insomma si sente un Warrior a vita: "Ero già qui prima che vincessimo dei titoli, quindi in qualche modo sento come se questa squadra fosse anche la mia creatura e non riesco a immaginarmi con un'altra maglia". A prescindere da come andranno le trattative con il front office di Golden State, Thompson si dice comunque tranquillo e in pace con se stesso: "Il solo fatto di essere in procinto di disputare la mia 13° stagione in NBA mi fa sentire in pace, ritengo di essere stato fortunato oltre ogni misura".

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