Una piccola scossa di terremoto scuote i Bucks a meno di una settimana dal via della nuova stagione: l'ex allenatore di Lillard ai Blazers, sua guida per 9 anni, lascia a sorpresa il ruolo di assistente sotto l'esordiente coach Adrian Griffin. E un episodio avvenuto recentemente in allenamento potrebbe spiegare il perché
Da Portland a Milwaukee in estate non è arrivato solo Damian Lillard. Con lui, ai Bucks, ecco anche l'uomo che per 9 anni era stato il suo allenatore ai Blazers, Terry Stotts, fuori dal "giro" delle panchine NBA da un paio di stagioni. E allora nel coaching staff dell'esordiente Adrian Griffin ecco spuntare anche il veteranissimo Stotts, che prima di iniziare la sua lunga avventura in Oregon era anche stato capo allenatore a Milwaukee per un bienno, quello 2005-07 (con Michael Redd stella della squadra, per intenderci). Stavolta il ruolo di Stotts, più di mille partite allenate nella lega (più della metà vinte, il 51.7%), era "solo" quello di assistente, in particolare offensivo, ma non è durato molto. Dopo neppure 4 mesi dal suo rientro, Stotts lascia la panchina dei Bucks e se i motivi al momento non sono chiari, si parla (molto) proprio di problemi con l'head coach Adrian Griffin. Finiti sotto gli occhi di tutti durante un recente allenamento, al termine del quale Stotts ha cercato di intavolare una discussione su certi principi offensivi con alcuni giocatori mentre Griffin aveva chiesto a tutti i suoi assistenti di riunirsi in gruppo. Richiamato platealmente all'ordine, davanti a tutta la squadra, l'episodio è probabilmente stato solo l'ultimo di un rapporto non facile, tra un grande veterano delle panchine NBA (Stotts, 13 anni da head coach) e un assoluto debuttante (Griffin, 15 anni da assistente ma mai capo allenatore). E ora che ai Bucks i ruoli si erano ribaltati l'intesa evidentemente non è arrivata - nonostante le parole di Griffin.
Le parole di Adrian Griffin e di Damian Lillard
"Ha preso tutti con la guardia abbassata - ha dichiarato il capo allenatore di Milwaukee, professando sorpresa - ma appoggiamo ogni sua scelta. Professionista straordinario, ho imparato ogni singolo giorno dall'averlo vicino. Ma ha preso una decisione e dobbiamo rispettarla: i motivi, nel caso, vanno chiesti a lui, non a me. Gli auguro il meglio". Quanto queste parole siano solo di circostanza e facciata forse si capirà meglio quando (o se) Stotts vorrà dire la sua. Intanto non si è tirato indietro Damian Lillard, informato per primo direttamente da Stotts della sua decisione: "Ne abbiamo parlato direttamente, come mi aspetto che accada in questi casi, visto la nostra lunga e profonda relazione. Non me l'aspettavo, ma sono in giro da abbastanza per sapere che queste cose in questa lega succedono. Mi spiace vederlo andar via, avere qui in questi mesi di transizione una faccia nota mi ha aiutato molto: peccato abbia lasciato, ma si va sempre avanti", la considerazione finale della superstar dei Bucks. In attesa che Stotts dica la sua.