NBA, Andrew Wiggins: super contro i Kings, ma le critiche al suo avvio di stagione restano

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Con il ko interno contro Sacramento Golden State ora ha perso 8 delle ultime 10 partite e dopo un avvio incoraggiante (6-2) ora il clima a San Francisco è cambiato. Si aspetta il miglior Klay Thompson, si deve fare i conti con gli infortuni di Chris Paul e Gary Payton (entrambi usciti dal campo nella notte) ma è soprattutto lo stato di forma di Andrew Wiggins a far discutere. Ecco perché

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Non solo 29 punti e 10 rimbalzi ma anche una schiacciata a rimbalzo d'attacco che poteva essere decisiva a 61 secondi dalla fine, prima che Curry e Green, gli uomini con maggior esperienza agli Warriors, decidessero di buttare letteralmente al vento due palloni nel finale e Malik Monk facesse il resto, trascinando i suoi alla vittoria. Andrew Wiggins può essere soddisfatto della sua prestazione individuale, ma una sconfitta resta una sconfitta (quella contro i Kings ha anche voluto dire eliminazione dall'In-Season Tournament) e le voci sul suo inizio di stagione complicato non si placano. Il suo tiro in sospensione - prima della buona prestazione contro Sacramento, chiusa con 11/18 dal campo - sembra averlo abbandonato (ultimo per percentuale effettiva tra i giocatori con almeno 75 tiri tentati) e anche dalla lunetta (nonostante il 5/6 della notte) le sue percentuali sono disastrose, ai minimi in carriera (poco sopra il 56%, lui che in carriera tira quasi con il 72% ai liberi). E poi c'è la condizione fisica: voci interne agli Warriors, fa sapere ESPN, hanno fatto notare come - dopo che l'anno scorso ha saltato due mesi interi di stagione regolare per motivi personali ancora oggi non rivelati - Wiggins non avrebbe dedicato il giusto tempo in estate a lavorare sul suo corpo per ritornare il grande atleta che è sempre stato. 

Le cifre di questo suo avvio di stagione confermano il calo, visibile in tutte le statistiche principali, dai punti (sotto i 13 a sera, contro i 19.5 da quando è agli Warriors) alle percentuali di tiro, tanto dal campo (42%, ha fatto peggio solo nel 2018-19 a Minnesota) che da tre punti (26.7%, minimo in carriera). La partita contro Sacramento, però, può essere il primo segnale di un'inversione di tendenza: quella che si augurano Steve Kerr e tutti i tifosi di Golden State.  

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