I Los Angeles Lakers stanno faticando a rimettersi in carreggiata, avendo perso 6 delle 9 partite disputate dopo la vittoria della NBA Cup. Le scelte di rotazione di coach Darvin Ham in particolare sono state messe in discussione, scegliendo di tenere Austin Reaves in panchina nonostante la retrocessione di D’Angelo Russell tra le riserve. Secondo un insider, dietro la scelta c’è un rapporto mai davvero decollato tra la guardia e il suo allenatore
Chi si aspettava una grande stagione da parte di Austin Reaves è rimasto parzialmente deluso, almeno fino a questo momento. Dopo aver cominciato piano la regular season, ancora evidentemente stanco per le fatiche estive con Team USA, Reaves era stato retrocesso in panchina dopo otto partite con giustificazioni poco chiare da parte di coach Darvin Ham, che aveva scomodato per lui il paragone (sempre piuttosto abusato) con Manu Ginobili e il suo ruolo per i San Antonio Spurs parlando di "riallineamento" e non di "retrocessione". Inizialmente la decisione era stata presa con un po’ di scetticismo dallo stesso Reaves ("Mi sarebbe piaciuto che non accadesse, ma i miei genitori mi hanno insegnato fin da piccolo che l’allenatore è l’allenatore e va rispettato. Vincere è la cosa più importante"), ma i risultati avevano dato ragione all’allenatore, visto che con la nuova strutturazione i Lakers sono arrivati a vincere la NBA Cup con un ruolo decisivo da parte di Reaves, autore di 28 punti nella finale contro gli Indiana Pacers nonostante l’influenza. Da quel successo in poi però sono arrivate 6 sconfitte nelle ultime 9 partite, di cui quattro consecutive e una pesante in casa contro i Boston Celtics nel giorno di Natale. Reaves ha continuato a giocare bene in uscita dalla panchina (17.6 punti di media con il 46% da tre punti nelle ultime 9), ma non ha mai giocato più di 33 minuti e, soprattutto, un’altra decisione di Ham ha fatto storcere il naso anche all’interno dello spogliatoio.
Russell tolto dal quintetto, ma non è Reaves a sostituirlo
L’allenatore dei Lakers, infatti, da tre partite a questa parte ha deciso di togliere anche D’Angelo Russell dal quintetto, senza però inserire Reaves al suo posto ma decidendo di schierare Jarred Vanderbilt, affidando tutti i compiti di creazione a LeBron James. Un quintetto che però ha evidenti problemi di tiro perimetrale: nei 40 possessi in cui James, Reddish, Prince, Vanderbilt e Davis hanno giocato insieme il differenziale è stato di -17 punti su 100 possessi, con un rendimento offensivo pessimo (105 di offensive rating, peggio dei Detroit Pistons ultimi in NBA) e uno difensivo non del livello immaginato (122 punti concessi su 100 possessi, pari alla terz’ultima difesa su base stagionale). In molti a quel punto hanno cominciato a chiedersi perché, una volta tolto Russell dal quintetto (ritenuto incompatibile con Reaves nel backcout: quando i due giocano insieme il differenziale è di -5.1), il posto da titolare non sia andato proprio al numero 15, che nei 35 possessi in cui è stato schierato insieme a James, Davis, Reddish e Prince ha un differenziale di +17.1 (145.7 in attacco, 128.6 in difesa su un numero basso di possessi).
Secondo l’insider dei Lakers Anthony Irwin c’è qualcosa che non torna tra i due: "L’unica soluzione al caso è che tra Reaves e Ham ci sia… qualcosa. Mi è stato detto molto chiaramente che, per qualsiasi motivo, Ham non vede Reaves nel modo in cui noi penseremmo dovrebbe fare. La situazione potrebbe degenerare a tal punto da richiedere l’intervento dell’agente o della dirigenza, cominciando a fare domande per capire cosa c’è dietro quelle decisioni". Vista anche l’insistenza nel non schierare Reaves per più di 30 minuti a partita — successo solo 6 volte uscendo dalla panchina, mentre negli scorsi playoff solo due volte ha giocato meno di 30 minuti a partita già ampiamente decisa —, qualcuno sta cominciando anche a farsi domande su Ham, nonostante il record di squadra (17-15) sia ancora positivo per partecipare alla post-season.