Statua Kobe Bryant: le parole dei presenti e le reazioni del mondo NBA
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Tante grandi personalità del mondo Lakers erano ovviamente presenti alla cerimonia per lo svelamento della statua in onore di Kobe Bryant. Sul palco gli ex gialloviola Kareem Abdul-Jabbar e Derek Fisher, l'ex allenatore Phil Jackson, la moglie Vanessa e la proprietaria dei Lakers Jeanie Buss. E tanti sono stati i messaggi di amore e rispetto per la leggenda gialloviola scomparsa a gennaio 2020
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- Tra le parole più belle quelle di una leggenda e di un grande oratore come Jabbar: "Questa statua può assomigliare a Kobe, ma in realtà rappresenta l'eccellenza, la disciplina, l'impegno, l'amore per la famiglia. La statua è un contributo meraviglioso. Cattura una persona immortalandola nel tempo, ma allo stesso tempo dimostra che il motivo principale per cui esiste una statua è perché quella persona è senza tempo"
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- Il grande compagno dei primi titoli in gialloviola non era presente alla cerimonia, ma dagli studi di TNT ha mandato un bellissimo messaggio. "Se potessi esaudire un solo desiderio, vorrei che fossimo qui a parlare con Kobe in questo preciso momento"
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- La moglie di Kobe ha subito voluto spiegare la scelta della posa con il dito alzato, quella dell'uscita dal campo nella storica partita degli 81 punti. "Per la cronaca - ha detto - la posa che state per vedere l'ha decisa Kobe, quindi se qualcuno avesse da ridire...". Vanessa ha spiegato che quel dito al cielo "rappresenta un'ode eterna ai tifosi dei Lakers"
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- Il veterano di tante battaglie insieme a Kobe sul campo, lo ha ricordato così: "Nel mondo del basket non era solo un giocatore, era una leggenda, una vera leggenda vivente. Ecco come ci si sentiva a stare con lui"
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- Il GM dei Lakers, ed ex agente e grande amico di Bryant, ha raccontato la sua reazione quando ha saputo che le statue in onore di Kobe sarebbero state tre: "Quando l'ho scoperto ho detto semplicemente: 'È giusto così'. Perché è proprio quello che pensa Los Angeles nei confronti di Kobe: merita qualcosa che nessun altro atleta che abbia mai giocato qui ha meritato prima"
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- Il leggendario allenatore dei Lakers, e prima dei Chicago Bulls, ha alleggerito il clima raccontando alcuni aneddoti della sua esperienza con Kobe. Come quello che lo vide protagonista insieme al più importante dei suoi ex giocatori, Michael Jordan. "Kobe gli disse: 'Michael, posso batterti uno contro uno', e MJ gli rispose 'Beh sì, forse potresti, io ho 37 anni e tu 22..."