L'addio di Damian Lillard ha rappresentato la fine di un'era per i Blazers, e per la stagione 2023-24 l'obbiettivo era quello di ricostruire la squadra dalle fondamenta. I risultati, però, non sono stati affatto in linea con le aspettative. Non tanto in relazione al numero di vittorie totali, quanto per l'approccio mostrato in molte partite. E ora, in vista di un'estate per molti versi cruciale, i punti di domanda rimangono tantissimi
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- L'ultimo posto nella classifica dell'Ovest, al momento condiviso con San Antonio, è lo specchio di una stagione contraddistinta dai tanti infortuni ma soprattutto dall'incapacità di trovare una propria identità tattica e dall'approccio alle singole partite spesso ingiustificabile
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- All'appello, rispetto ad un anno fa (33-49) mancano una decina abbondante di vittorie, ma quella era una squadra che almeno per buona parte della stagione aveva comunque potuto usufruire del talento di Damian Lillard
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- Difficile individuare un momento felice all'interno dell'annata più che mediocre dei Blazers, ma forse la seconda parte di stagione di Scoot Henderson, in cui il rookie ha messo in mostra miglioramenti tangibili, rappresenta l'avvenimento più significativo per la franchigia, soprattutto in prospettiva futura
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- Per quanto riguarda il momento peggiore della stagione di Portland, invece, c'è l'imbarazzo della scelta: si va dall'infortunio ad Anfernee Simons alle sconfitte con Oklahoma City (62 punti di scarto) e Miami (60 punti di scarto), le peggiori nella storia della franchigia ed entrambe in top 10 nella storia della NBA
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- I Blazers non possono che ripartire dal loro rookie, la cui annata d'esordio è andata migliorando dopo i problemi, anche fisici, patiti nella prima parte. I margini di miglioramento di Scoot Henderson sono enormi, soprattutto al tiro (38.5% dal campo e 32.5% da tre) ma l'energia e il talento sono elementi che fanno ben sperare per il futuro
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- Un infortunio ha fermato la sua stagione poco dopo la metà di marzo, ma nelle 46 partite giocate fin lì Anfernee Simons aveva mandato a referto 22.6 punti di media e inanellato ben 11 partite oltre i 30 punti. Attaccante di razza a cui dovrà essere trovata una giusta dimensione, ma a cui pare difficile rinunciare
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- Sulla carta la prima stagione di Deandre Ayton in maglia Blazers si chiuderà con una doppia doppia di media per punti e rimbalzi, ma l'ex Suns è apparso troppo spesso un corpo estraneo alla squadra. Come se non bastasse, tra partite saltate per essere arrivato in ritardo al palazzetto e dichiarazioni bizzarre non è che dal punto di vista ambientale sia andata molto meglio
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- In questa stagione a Chauncey Billups si chiedeva sostanzialmente di cominciare a plasmare la forma della squadra nel dopo-Lillard. L'ex stella dei Pistons, però, è sembrato spesso inerme di fronte alle difficoltà e altrettanto spesso privo di idee su come far migliorare i tanti giovani talenti a disposizione
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- Al momento i Blazers avrebbero il 12° monte salari della lega nella stagione 2024-25, un dato completamente sovradimensionato rispetto al valore e alle ambizioni reali della squadra. I contratti di Ayton, Jerami Grant e Malcolm Brogdon, giocatori che non c'entrano nulla con la linea verde in teoria intrapresa dalla franchigia, pesano tantissimo
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- La prima decisione che toccherà al front office di Portland riguarda la panchina: Billups non ha affatto convinto, ma il suo contratto scadrebbe solo al termine della prossima stagione. A prescindere da chi ci sarà l'allenatore, il roster così com'è ha poco senso e avrebbe bisogno di essere razionalizzato tenendo come linea guida la futuribilità
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- Al momento Portland avrebbe il 45.1% di possibilità di scegliere in top 4 al prossimo Draft e i Blazers hanno anche una prima scelta (protetta 1-4) ottenuta dagli Warriors da sfruttare
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- Con il reparto guardie già piuttosto affollato, l'ideale per i Blazers sarebbe riuscire a mettere le mani su uno tra Sarr e Risacher, con Buzelis e Clingan come eventuali alternative nel caso in cui la lottery non premiasse Portland con una scelta tra le prime tre