NBA, Memphis Grizzlies: stagione ingiudicabile, serve ritrovare la salute
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Doveva essere una stagione di riscatto, invece un incredibile sequenza di infortuni ha costretto i Memphis Grizzlies a rimanere nel purgatorio per un’intera stagione, specie dopo l’infortunio di Ja Morant. L’obiettivo numero 1 è ritrovare la salute in vista della prossima stagione, quando potranno aggiungere anche una scelta in Lottery
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- Che fosse una stagione in salita lo si sapeva, ma l’idea era che – una volta smaltita la squalifica di 25 partite di Ja Morant – i Grizzlies tornassero a essere protagonisti a Ovest. Invece lo stesso Morant si è fatto male dopo 9 partite, Desmond Bane e Marcus Smart lo hanno seguito poco dopo, e Steven Adams non ha mai visto il campo, venendo addirittura scambiato a metà stagione. Un dato su tutti spiega l’ecatombe: 578 partite perse per infortunio, prima squadra di sempre sopra quota 500
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- Eppure, almeno per certi versi, questa stagione è andata meglio di quella passata. Ja Morant è tornato nei ranghi senza più fare notizia fuori dal campo, e anche un agitatore come Dillon Brooks ha portato ad altri lidi i suoi momenti sopra le righe. Certo, i tanti infortuni hanno reso questa stagione persa in partenza, ma sotto la guida di coach Taylor Jenkins la squadra ha sempre tenuto la barra dritta, battendosi anche oltre quanto preventivabile
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- Il ritorno in campo di Morant a metà dicembre è stato oggettivamente esaltante: 34 punti con il canestro della vittoria per andare a vincere a New Orleans rimontando praticamente da solo. Doveva essere l’inizio della rimonta, invece dopo poche partite si è fermato di nuovo, ma se non altro ha ridato impulso a una squadra che era sembrata fermarsi
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- Al di là degli evidenti problemi di infortuni, l’inizio di stagione è stato comunque da dimenticare per Memphis, tanto che a fine novembre in occasione della 13 sconfitta in 16 partite, di cui 8 su 8 in casa, Marcus Smart ha dovuto alzare la voce durante un timeout con i compagni, ripreso dalle telecamere mentre definiva come “imbarazzante” l’impegno messo dai Grizzlies. Da quel momento in poi la voglia di competere non è mancata, ma da sola non basta
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- Ok, sono state solo nove partite, ma in quel breve periodo Morant ha dimostrato di poter essere ancora una superstar di questa lega e il leader tecnico della squadra, viaggiando a oltre 25 punti di media con 5.6 rimbalzi e 8 assist tirando col 47% dal campo. È durato troppo poco, ma il lungo stop per sospensione non ha scalfito il suo talento
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- Senza Morant in campo e con Bane che ha disputato solo metà stagione, Jaren Jackson Jr. ha potuto esplorare i limiti del suo talento offensivo, prendendosi carico di tantissime responsabilità in attacco dopo aver vinto il premio di Difensore dell’Anno nella stagione precedente. Per lui career high in punti, assist, tiri tentati, liberi guadagnati e minuti, senza però aumentare troppo i falli commessi. Bene anche la scoperta di pezzi di complemento come Vince Williams e GG Jackson per gli anni a venire
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- Impossibile non parlare di nuovo di infortuni: i Grizzlies hanno visto avvicendarsi in campo ben 33 giocatori diversi (nuovo record NBA), con 51 quintetti base diversi, 16 giocatori diversi come migliori realizzatori di una partita, 18 per rimbalzi e 17 per assist. Ci sono stati momenti in cui i Grizzlies hanno avuto anche 13 giocatori fuori causa per infortunio, vedendosi costretti a firmare 12 giocatori diversi per far fronte all’ecatombe
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- Arrivato al suo terzo anno in NBA, questa doveva essere la stagione dell’esplosione di Ziaire Williams, specie dopo la passata stagione contrassegnata dai problemi fisici. Invece l’ala non è riuscita a imporsi neanche in una squadra martoriata dagli infortuni, giocando anche meno di quanto fatto nell’anno da rookie e chiudendo con le peggiori percentuali della carriera (sotto il 48% effettivo). Si sperava in qualcosa di più
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- La buona notizia è che ci sono 14 giocatori sotto contratto anche per la prossima stagione, perciò non ci sono situazioni spinose da risolvere. La cattiva notizia è che complice l'estensione di Bane il loro monte salari è già dalle parti della luxury tax, che non è una situazione in cui vuoi trovarti con una squadra che comunque faticherà a risalire in una Western Conference ultra-competitiva. La situazione più intricata è quella di Luke Kennard, i cui 14.7 milioni sono in team option
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- Ritrovare tutti i propri membri base e valutare come si incastrano i vari Morant, Smart, Bane e Jackson è l’imperativo numero 1, anche per capire se sarà necessario muoversi sul mercato. L’altro nodo da risolvere è la posizione di centro al fianco di Jaren Jackson Jr.: Brandon Clarke è tornato nel finale di stagione ed è una buona notizia, ma serve una soluzione anche a più lungo respiro per poter competere davvero
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- I Grizzlies hanno il controllo sulle proprie scelte nei prossimi 7 anni e la possibilità di scambiarne una nel 2026 e un’altra nel 2030, perciò sono messi bene. Alla lottery si presentano con le settime migliori possibilità di prendere la numero 1 (7.5%) e il 31.9% di scegliere in top-4, che permetterebbe loro di aggiungere un potenziale titolare a una squadra che – al completo – vale un posto ai playoff
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- Se uno tra Alex Sarr e Donovan Clingan fosse ancora a disposizione quando sceglieranno sarebbe lo scenario ideale, ma anche una point guard in grado di fungere da polizza assicurativa alle spalle di Ja Morant e Marcus Smart (complici i loro problemi fisici) potrebbe tornare particolarmente utile per arrotondare la rotazione