NBA, quando il mercato fa la differenza: il colpo migliore nella storia di ogni squadra
Il mercato sta già scaldando i motori e qualche mossa è già arrivata, ma il meglio deve ancora arrivare. E da sempre sono queste le settimane in cui si decide il destino delle singole squadre. La storia della NBA è costellata di colpi che in alcuni casi hanno cambiato gli equilibri della lega o che come minimo hanno cambiato il percorso delle singole franchigie. Tra firme in free agency e trade, a volte perfezionate durante il Draft, ecco il miglior colpo di mercato nella storia di ogni squadra
- Nel 1982 poteva capitare, ed è capitato, che una squadra fosse a corto di liquidità. Come i Jazz, che dopo aver scelto Wilkins alla terza posizione del Draft, ne sacrificavano il talento e, considerata anche la sua scarsa voglia di andare a Salt Lake City, incassano da Atlanta un milione di dollari oltre ai non indimenticabili John Drew e Freeman Williams. Wilkins diventerà una stella di primissimo ordine, contribuendo alla rinascita della NBA
- La trade tra Boston e Brooklyn è altresì nota come la rapina del secolo in ambito NBA. Danny Ainge, all’epoca ancora saldo al timone dei Celtics, spedisce i due veterani ai Nets in cambio di una serie di figuranti ma soprattutto di quattro prime scelte, due delle quali si trasformeranno in Jaylen Brown e Jayson Tatum. Il risultato massimo raggiunto da Brooklyn con Garnett e Pierce, invece, sarà un modesto secondo turno dei playoff
- Si giocava ancora tra le paludi del New Jersey, allora, e i Nets decidono di spedire in Arizona Stephon Marbury e altri comprimari in cambio di quello che si rivelerà il giocatore in grado di cambiare volto alla squadra. Pur accompagnato da compagni dal talento tutto sommato modesto, Kidd guiderà i suoi a due finali consecutive, risultato mai più eguagliato nel ventennio successivo
- Dopo due stagioni poco brillanti tra Utah e Cleveland, il primo dei Curry viene lasciato libero di trovarsi una destinazione. I neonati Hornets lo scelgono alla seconda posizione dell’Expansion Draft del 1998. Nei dieci anni trascorsi a Charlotte, Curry diventerà beniamino dei tifosi, vincendo anche un premio di 6° uomo dell’anno e rimanendo ancora oggi il secondo miglior marcatore nella storia della franchigia
- La dinastia dei Bulls anni ’90 si basa ovviamente su Michael Jordan, ma difficilmente sarebbe potuta esistere se al fianco di MJ ci fosse stato Olden Polynice. Perché è quello il prospetto che Chicago potrebbe scegliere al Draft del 1987, ma al tanto vituperato General Manager Jerry Krause riesce l’autentica magata di scambiare scelte future con Seattle e salire fino alla posizione numero cinque, ovvero quella necessaria per portarsi a casa Scottie Pippen
- Nel 2010 si erano lasciati e anche piuttosto male, tra lettere indignate da parte del proprietario Dan Gilbert e canotte bruciate sulla pubblica piazza dai tifosi. Il ritorno a casa dopo l’esperienza a Miami sembrava insomma impossibile, e invece nell’estate del 2014 l’impossibile succede. Così come succederà due anni più tardi con la conquista del primo e unico titolo nella storia dei Cavs
- Sulla trade che prima del Draft 1998 ha consentito ai Mavs di scegliere l’allora giovanissimo e acerbo Nowitzki si è detto e scritto molto, trasformando le negoziazioni a tre con Milwaukee e Phoenix in una piccola spy story. Di fatto quella fatta da Dallas rinunciando a Robert Traylor e Pat Garrity resta una scommessa, che ha poi pagato dividendi come poche altre nella storia della NBA
- Il pezzo giusto, al momento giusto e al giusto prezzo. Nella primavera del 2021 Denver manda Gary Harris, R.J. Hampton e una prima scelta protetta 1-5 al Draft 2025 in cambio di quello che due anni più tardi si rivelerà essere il vero equilibratore tattico della squadra campione NBA guidata da Nikola Jokic
- A proposito di momento e posto giusto, il matrimonio tra Wallace e i Pistons arriva poco prima della chiusura del mercato per la stagione 2003-04 e rinunciando a Chuck Atkins, Lindsay Hunter, Bob Sura, Zeljiko Rebraca e due prime scelte Detroit piazza il colpo che sarà premessa fondamentale all’impresa del giugno successivo contro i Lakers di Kobe e Shaq
- Nell’estate più pazza della storia del mercato NBA, il vero colpo lo mettono a segno gli Warriors che arrivano dalla clamorosa sconfitta contro Cleveland alle Finals. Durant si unisce alla squadra che ha appena stabilito il record di vittorie in regular season, seguono tre anni di dominio assoluto in cui solo a causa di un infortunio proprio a Durant non arriva il trhee-peat
- Anche quello di Drexler nel febbraio del 1995 è un po’ un ritorno a casa, perché “The Glide” è cresciuto ed è andato al college proprio a Houston. I Rockets mandano a Portland Otis Thorpe, i diritti per scegliere Marcelo Nicola e una prima scelta al Draft di quell’anno, assicurandosi la seconda stella che accanto ad Hakeem Olajuwon regala ai texani il secondo titolo in back-to-back
- A metà della stagione 2021-22 i Pacers navigano nella mediocrità e la formula costruita attorno alla coppia di lunghi Myles Turner-Domantas Sabonis non sembra avere gran futuro. Indiana decide così di mandare il lituano a Sacramento in cambio di una seconda scelta e di quello che, una volta arrivato a Indianapolis, sboccerà nel ruolo di uomo franchigia e All-Star conclamato
- Comunque lo si guardi, il colpo che ha portato i Clippers a firmare il free agent più importante della loro storia nell’estate del 2019 rimane una svolta per la franchigia. Leonard, fresco del titolo vinto a Toronto, decide di sbarcare a Los Angeles ma preferisce i Clippers ai Lakers. Nei cinque anni successivi, però, i risultati non saranno all’altezza delle aspettative
- Nella lunga linea dinastica dei lunghi dominanti giunti a vestire il gialloviola, Shaq arriva dopo Wilt Chamberlain e Kareem Abdul-Jabbar, ma il suo approdo da free agent dopo la prima parte di carriera spesa a Orlando è uno snodo fondamentale per O’Neal e per la franchigia, che da lì partirà per ricostruire una nuova dinastia
- Può la cessione di un Hall of Famer rappresentare un colpo azzeccato? Nel caso di Pau Gasol e dei Grizzlies sì, perché nel 2008 l’avventura del catalano a Memphis era comunque agli sgoccioli e perché in cambio arriva l’altro Gasol, Marc, perno della versione “Grit & Grind” della squadra che farà innamorare i tifosi (evitando il pericolo di un altrimenti probabile trasferimento in altra città)
- Il colpo dei colpi, sia mediaticamente che dal punto di vista tecnico. “The Decision” cambia l’NBA per gli anni a venire e regala a Miami un quadriennio concluso con quattro viaggi alle Finals, due titoli e il provvisorio scettro di capitale mondiale del basket
- Se i nomi di Flynn Robinson e Charles Paulk non vi dicono niente, un motivo c’è. Eppure sono loro due la contropartita che Cincinnati ottiene nella trade che porta “The Big O” al fianco di Kareem Abdul-Jabbar, con cui vincerà subito un titolo leggendario e che rimarrà per mezzo secolo l’unico nella storia della franchigia
- Non che dopo l’arrivo di Kevin Love a Minnesota arrivino delle stagioni particolarmente esaltanti, ma per capire quanto lo scambio effettuato con Memphis subito dopo il Draft del 2008 sia stato azzeccato basta nominare il giocatore che altrimenti avrebbe vestito la maglia dei Timberwolves al posto di Love: O.J. Mayo
- Un po’ come nel caso di Pau Gasol per Memphis, lo scambio che nell’estate del 2019 porta Davis ai Lakers è un passo diventato pressoché obbligatorio per i Pelicans. Più che le contropartite tecniche, di cui oggi rimane il solo Brandon Ingram, sono le tre prime scelte acquisite a consentire a New Orleans di voltare pagina e rilanciarsi
- Nel nucleo che tra il 1970 e il 1973 porta ai Knicks gli unici due titoli della loro storia, c’è anche DeBusschere, arrivato a New York da Detroit durante la stagione 1968-69. Per lui viene sacrificato, non senza qualche polemica da parte della stampa cittadina, il quatto volte All-Star Walt Bellamy
- A proposito di cessioni dolorose ma che aprono le porte al futuro. Nell’estate 2019 i Clippers sono di fatto costretti a strapagare George, il cui arrivo a Los Angeles era stato posto come condizione necessaria alla firma di Leonard, e i Thunder ottengono Danilo Gallinari, il futuro candidato MVP Shai Gilgeous-Alexander, cinque prime scelte al Draft e la possibilità di effettuare lo swap su ulteriori due scelte
- Non capita spesso, anzi non capita quasi mai, che una squadra possa scegliere in cima al Draft per due anni consecutivi. Succede ai Magic, che dopo essersi assicurati Shaquille O’Neal nel 1992, nel 1993 scambiano la loro prima scelta (Chris Webber) con Golden State, in cambio della terza con cui scelgono Hardaway, ricevendo anche tre prime scelte ai Draft successivi. L’accoppiata Shaq-Penny trascinerà la squadra alle sue prime Finals
- Come nel caso di Atlanta con Wilkins, anche nel passaggio di Erving dagli allora New York Nets ai Sixers c’è di mezzo la necessità da parte dei primi di fare cassa. I Nets, all’epoca appena sbarcati in NBA dalla ABA, sono quindi costretti ad accettare i 6 milioni di dollari pagati da Philadelphia per rilevare il contratto di Doctor J. È molto probabile che si tratti dei 6 milioni meglio spesi nella storia della lega
- Delle squadre che hanno provato a frapporsi tra i Bulls di Jordan e i loro due three-peat, quella ad esserci andata più vicino è probabilmente la Phoenix del 1993. Una Phoenix che poco prima aveva fatto il salto di qualità strappando Barkley, poi anche MVP della lega nel 1993, mandando a Philadelphia Jeff Hornacek, Tim Perry e Andrew Lang
- Il clamoroso tonfo con Greg Oden dista ancora un anno, quando nel 2006 i Blazers cominciano a porre le basi per la ricostruzione della squadra scambiando la loro 4° scelta (Tyrus Thomas) e Viktor Khryapa con Chicago e scelgono Aldridge alla 2° posizione. Alla posizione numero 6, poi, Portland sceglierà lo sfortunatissimo Brandon Roy
- Se c’è un momento che si può considerare di rinascita nella tormentata storia dei Sacramento Kings, questo è senz’altro rappresentato dallo scambio con Washington che nel maggio 1998 porta in California Webber e vede uscire Mitch Richmond e Otis Thorpe. Da lì comincia la risalita dei Kings, che arriveranno addirittura a sfiorare le Finals
- Nel 2011 George Hill è un giocatore molto amato a San Antonio, dai compagni così come dai tifosi e dal coaching staff. Nondimeno la guardia viene mandata a Indiana nella notte del Draft in cambio della 15° scelta, che gli Spurs usano per portarsi a casa il talento grezzo e tutto da modellare di Leonard
- Quando i Raptors decidono di inserire la loro stella DeMar DeRozan nello scambio con San Antonio che coinvolge anche Jakob Poltl e una scelta al Draft 2019, la squadra è reduce da diverse, frustranti eliminazioni ai playoff. Leonard finirà per rimanere un solo anno in Canada, ma sarà un anno indimenticabile, culminato con la conquista del primo e fin qui unico titolo nella storia di Toronto
- Come chiudere un’epoca tutto sommato significativa e allo stesso tempo mettere dei paletti verso il futuro? Chiedere a Danny Ainge, che da poco arrivato alla guida dei Jazz spedisce l’allora tre volte difensore dell’anno a Minnesota in cambio di una serie di giocatori di contorno, tutti nel frattempo emigrati altrove, della 22° scelta al Draft (Walker Kessler) e soprattutto di quattro prime scelte e uno swap da usare nei Draft degli anni successivi
- La storia della squadra di Washington in NBA non è esattamente caratterizzata da successi, anzi, ma nell’estate del 1972 gli allora Baltimore Bullets fanno il colpaccio portandosi a casa l’All-Star di Houston in cambio di Jack Martin. Un anno più tardi si emigrerà verso Washington e nel 1976, con Hayes assoluto protagonista, si vincerà il primo e unico titolo della franchigia