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Team USA, Jaylen Brown furioso per la convocazione di White attacca la federazione

NBA
©Getty

Al posto nel roster di Team USA improvvisamente liberatosi per il forfait di Kawhi Leonard, evidentemente l'MVP delle ultime finali NBA teneva molto. E l'essere stato snobbato da parte di USA Basketball a favore (peraltro) di un suo compagno di squadra ai Celtics come Derrick White non fa che ingigantire ulteriormente la vena polemica di Brown. La star di Boston insinua che il criterio non sia stato "sportivo" ma la federazione USA rimanda al mittente le polemiche

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L’esclusione all’ultimo minuto di Kawhi Leonard dal roster di Team USA (caldeggiata dalla stessa federazione USA, per il bene del giocatore, non ancora al 100% dopo i problemi al ginocchio) ha liberato un posto tra i 12 di una selezione che si annuncia leggendaria. La comunicazione del giocatore scelto per sostituire Leonard è stata immediata e la scelta è caduta su un protagonista della recente cavalcata vincente verso il titolo dei Boston Celtics. L’MVP delle ultime Finals Jaylen Brown, giusto? Sbagliato. Derrick White. E proprio Brown – che evidentemente ci teneva a raggiungere il compagno Jayson Tatum nella selezione USA – non ha fatto nulla per nascondere la sorpresa (e la delusione) di fronte alla scelta di USA Basketball. Prima un messaggio sui suoi social con una tripla emoticon a raccontare tutto il suo stupore. E poi un secondo messaggio ancora più esplicito: “Nike, è così che si fa?”, taggando lo sponsor della federazione, e a sua modo di vedere più che influente nell’indirizzare la scelta del dodicesimo uomo. 

Grant Hill: “Le scelte le prendo io: per vincere”

Un’illazione a cui ha dovuto rispondere in prima persona Grant Hill, il n°1 di USA Basketball. Prima con una battuta (“Per una buona parte della mia carriera io ho indossato ai piedi Fila”) ma poi in modo più netto: “I nostri sponsor non hanno nulla a che fare con le nostre decisioni. Scegliere un giocatore e lasciarne a casa un altro è la parte più difficile del mio lavoro, magari campioni di cui sono il primo tifoso, star che sono state MVP delle finali, o che hanno già vinto medaglie d’oro in passato, giocatori che ammiro e rispetto. Ma ci sono solo 12 posti e il mio compito è quello di costruire una squadra, di giocatori che si completino a vicenda, che possano funzionare bene assieme, per avere le migliori chance di successo finale. Il resto delle teorie che potete sentire in giro sono solo chiacchiere. Io sto cercando di costruire la squadra che ci dia la miglior chance di vittoria”.  

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Si riaccende la polemica con Stephen A. Smith: “Mi credete ora?”

Ma l'esclusione da Team USA della star di Boston riaccende anche un'altra polemica. Brown in occasione della parata della parata dei Celtics aveva sfilato per le strade della città indossando una maglia nera con la scritta “State your source” ("Rivela le tue fonti"). Il messaggio era verso un noto giornalista di ESPN, Stephen A. Smith, che appena prima delle Finals aveva raccontato di come Brown fosse un giocatore mal sopportato da tantissimi colleghi in giro per la lega per il suo notevole ego. E alla luce dell’esclusione di Brown da Team USA, Smith è tornato a battere sulla grancassa delle sue precedenti affermazioni: “Ora mi credete? Jaylen Brown, ho ancora bisogno di rivelare le mie fonti? Non è ovvio, adesso? Altrimenti come si spiega che un giocatore che firma un contratto da 300 milioni di dollari, che ora è campione NBA e MVP delle finali, uno dei due migliori giocatori della sua squadra e un top 15 nell’intera lega non viene selezionato per Team USA? E perché invece viene chiamato al suo posto un altro suo compagno di squadra che di nome non fa Tatum?”. 

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