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Team USA, Tatum è il grande deluso: "Sono amareggiato, ma la prendo come una sfida"

NBA

A distanza di poche settimane dalla conquista del suo primi titolo NBA, Jayson Tatum sperava di coronare una grande stagione recitando un ruolo da protagonista per Team USA a Parigi. La stella dei Celtics è invece rimasta ai margini delle rotazioni di Steve Kerr, giocando pochissimo nella corsa che ha portato all’oro. Lui, però, non si perde d’animo e guarda avanti: alla prossima stagione a anche a Los Angeles 2028

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Quando a metà giugno aveva sollevato il Larry O’Brien Trophy, il primo della sua carriera, Jayson Tatumpensava che quello fosse l’inizio di un’estate indimenticabile. Dopo aver finalmente conquistato quel titolo più volte sfuggitogli di mano quasi all’ultimo istante, la stella dei Celtics era infatti attesa dall’avventura olimpica con Team USA. Sulla sua convocazione non c’erano stati dubbi fin dall’inizio, e l’impressione era che al di là del trio di veterani formato da LeBron James, Steph Curry e Kevin DurantTatum sarebbe diventato uno dei protagonisti della cavalcata verso l’oro. Anche perché, al picco di carriera e reduce dal trionfo su Dallas, l’ex Duke sembrava aver ormai preso l’abbrivio giusto per raggiungere lo status di superstar. Le cose, però, sono andate in maniera un po’ diversa.

La delusione e la voglia di guardare avanti

“Ho fatto tanti sacrifici per arrivare dove sono ora” ha dichiarato Tatum dopo la conclusione del torneo e la vittoria in finale con la Francia, “ho lavorato duro e quindi è stato difficile dal punto di vista personale”. Seduto in panchina per 40 minuti all’esordio e poi nell’epica semifinale contro la Serbia, nei 18 minuti scarsi a partita in cui è rimasto in campo tra Lille e Parigi, Tatum non è mai davvero riuscito a incidere. I 5.3 punti mandati a referto, oltretutto tirando con il 38.1% complessivo al tiro e senza riuscire a segnare nemmeno una tripla, l’hanno di fatto posto ai margini delle rotazioni della squadra. E, nonostante le parole dolci spese da coach Steve Kerr per lui, Tatum ha rappresentato forse l’unica, vera delusione di Team USA. “Non voglio prendere alcuna decisione ora” ha dichiarato sempre l’ala di Boston parlando delle prospettive future con la nazionale, “ma non escludo affatto di esserci a Los Angeles tra quattro anni”. Intanto, però, ad attenderlo c’è una nuova stagione in biancoverde, dove lui e i compagni dovranno difendere il titolo appena conquistato. “Quello che ho passato in queste settimane mi ha reso più umile” ha confessato Tatum, “e voglio prendere quanto successo come una sfida per il futuro”. 

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