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NBA, Westbrook e il suo ruolo a Denver: "Fin qui nessuno ha sfruttato le mie qualità"

NBA

Arrivato un po’ a sorpresa a Denver e accompagnato da molto scetticismo per via del suo possibile incastro tattico con il resto dei compagni, Russell Westberook si dice invece convinto che finalmente ai Nuggets potrà sfruttare le sue qualità. Secondo l’ex Thunder e Lakers, infatti, in precedenza nessuna delle squadre in cui ha giocato fin qui glia vrebbe permesso di giocare nel suo ruolo naturale 

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Tra i tanti movimenti di mercato che hanno animato l’estate della NBA, la firma di Russell Westbrook con Denver è stato uno di quelli più discussi. Il veterano, reduce da una stagione con più bassi che alti ai Clippers, è sembrato da subito avere delle caratteristiche difficilmente compatibili con quelle dei nuovi compagni di squadra. Abituato ad avere la palla in mano e a spingere in contropiede, spesso a testa bassa, e tiratore più che rivedibile dalla lunga distanza (30.4% in carriera da tre), Westbrook appariva quanto di più distante rispetto alla pallacanestro ben più statica e centrata attorno al talento unico di Nikola Jokic praticata dai Nuggets. Secondo il diretto interessato, però, le cose stanno molto diversamente e sotto la guida di coach Mike Malone Westbrook sente che potrà una volta per tutte mettere a frutto tutte le sue qualità.

Russ, l’incompreso della NBA

La questione della compatibilità con il sistema di gioco della squadra è ovviamente emersa anche nelle prime interviste concesse da Westbrook come giocatore dei Nuggets, ma la risposta dell’ex Lakers e Clippers è stata netta e sorprendente. “A essere onesti, io ho caratteristiche uniche e fin qui nessuno mi ha permesso di sfruttarle” ha dichiarato Westbrook, “mi hanno fatto giocare spesso fuori ruolo, mentre qui coach Malone mi permette di usare la mia velocità e la mia capacità di correre in contropiede per migliorare i compagni”. Westbrook, a cui dovrebbe essere affidata la conduzione della second uniti di Denver, sembra quindi convinto che arrivato alla sesta squadra della sua carriera NBA sarà finalmente in grado di essere sé stesso come mai in precedenza.

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