Quella segnata a 20 secondi dalla fine della semifinale olimpica rimane una delle triple più incredibili che il campione degli Warriors ha segnato nell'arco della sua (pazzesca) carriera. E allora, anche durante il media day di Golden State, i ricordi parigini hanno tenuto banco, con il racconto esilarante del n°30 e di come abbia "ignorato" due compagni del calibro di LeBron James e Kevin Durant
A San Francisco inizia la stagione dei Lakers ma quando sul palco delle interviste sale Steph Curry si torna a Parigi. E alla semifinale contro la Francia. E a quel finale incredibile, con quattro triple a segno, che un solo uomo al mondo ha potuto inventarsi. Una, in particolare, la conclusione dalla lunga distanza che ancora incanta tutti, quella presa con la massima fiducia da Curry contro il raddoppio avversario nonostante al suo fianco avesse LeBron James e Kevin Durant. “Smarcati, pure. Liberi al 100% - ammette Curry, divertito – e forse neppure così convinti che me lo dovessi prendere io, quel tiro. Ve lo assicuro, so leggere bene il linguaggio del corpo dei miei compagni…”. Eppure… “Ero in trappola: ‘Bron era libero, sull’altro lato, a un paio di passaggi di distanza; Kev era dietro di me. Ma in quei momenti prevale la tua memoria muscolare: sto facendo un movimento che ho fatto milioni di volte, vedo i miei due compagni ma mi sento in ritmo, e sento che se riesco a prendermi il tiro finirò per segnarlo. Certo che li vedo, tutti e due hanno le braccia aperte, come a dire: ‘Ma cosa fa?!?’. Sono sicuro che non si aspettassero che tirassi, pensando a un mio passaggio sul lato debole, ma poi il tiro entra e mi ricordo l’esultanza di ‘Bron, Kev che butta indietro la testa, la panchina che esplode…
La bellezza di quella squadra è tutta in quel momento”, conclude Curry, “nelle emozioni e nell’energia che abbiamo messo in campo: tutti volevamo vincere, tutti eravamo consapevoli dell’importanza di quei momenti. Sono ricordi che mi porterò dentro per tutta la vita”, dice. E così anche milioni di americani.