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NBA, Kerr ammette: "Curry ha salvato la mia panchina, senza di lui sarei altrove"

NBA

Quella che si aprirà il prossimo 21 ottobre sarà la dodicesima stagione di Steve Kerr sulla panchina di Golden State e, con l’eccezione di Erik Spoelstra a Miami, nessun altro coach può vantare un’avventura tanto lunga con la stessa squadra. Il segreto del successo dell’ex giocatore di Bulls e Spurs? Semplice: poter allenare Steph Curry, come confermato dal diretto interessato a ‘Fullcourtpass’

Non è certo una novità, perché Steve Kerr l’ha ammesso diverse volte in passato, rispondendo sempre con estrema onestà, ma alla vigilia della sua dodicesima stagione sulla panchina di Golden State l’ex giocatore di Bulls e Spurs ha voluto ribadire il concetto. Quella di Kerr agli Warriors, infatti, diventerà la seconda striscia di stagioni più lunga alla guida della stessa squadra tra i coach in attività dietro al solo Erik Spoelstra, che assumeva il ruolo a Miami nel 2008. Il segreto di tanta longevità in una lega che tende a bruciare allenatori con una certa frequenza? Molto semplice: poter allenare fin dal primo momento un giocatore unico come Steph Curry.

Steve & Steph, una coppia speciale

Se non avessi avuto Steph, avrei fatto la fine di tanti altri allenatori NBA” ha ammesso Kerr parlando con ‘Fullcourtpass’, “sarei durato qualche anno qui a Golden State e poi sarei magari andato ad allenare da qualche altra parte”. La presenza di Curry, insomma, non farebbe la differenza solo sul campo, bensì in tutto l’ambiente e nel clima che caratterizza la franchigia. “Sono stato incredibilmente fortunato ad avere questo rapporto con lui, perché Steph garantisce una stabilità e una continuità all’interno dell’organizzazione che rende più facile il lavoro di tutti gli altri”. Un sodalizio, quello tra Kerr e Curry, che sembra quindi destinato a durare ancora a lungo, con l’obiettivo magari di togliersi qualche altra soddisfazione. 

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