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Tokyo 2020: la fiamma olimpica in volo verso un Giappone pieno di dubbi

Olimpiadi

Il principe Alberto di Monaco positivo al Coronavirus, le sue condizioni non destano preoccupazioni. E’ il primo capo di stato contagiato dal Covid-19 ed è pure un membro del CIO. La fiamma olimpica intanto è ufficialmente nelle mani degli organizzatori di Tokyo 2020. In aumento inquietudini e dubbi, soprattutto quelli degli atleti. Il ministro delle finanze giapponese Aso già definisce quelle di Tokyo “Olimpiadi maledette”

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Il passaggio di consegna è avvenuto, il momento simbolico che segna il trasferimento dalla Grecia alla prossima città ospitante. Da oggi la fiamma Olimpica è nelle mani degli Organizzatori di Tokyo 2020. Una cerimonia in formato ridotto, molto breve e soprattutto senza pubblico come precauzione per contenere il pericolo di diffusione del coronavirus. Nel silenzio dello Stadio Panathinaiko di Atene, il suggestivo impianto di marmo a forma di ferro di cavallo dove si svolsero le prime Olimpiadi moderne nel 1986,  l’Alta Sacerdotessa Xanthi Georgiu ha affidato la fiaccola al presidente del Comitato Olimpico Greco Spuros Capralos ha a sua volta ha consegnato la torcia nelle mani dell’ex nuotatrice giapponese Naoko Imoto, in gara alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e attualmente nello staff dell’Unicef, vestita con una giacca rosso ciliegia che è il colore ufficiale del Giappone. La Imoto è stata arruolata all’ultimo momento come testimonial dopo la scelta dei Presidente del Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 Yoshito Mori di non lasciare il Giappone, ulteriore misura contro la diffusione di COVID-19. Tramite un video messaggio Mori ha espresso la speranza che la fiamma “aiuti il mondo a scrollarsi di dosso le nuvole scure che lo stanno sovrastando”.

 

Trasferita in una piccola lampada, lo stesso modello usato dai minatori, la fiamma sta già viaggiando a bordo dell’aereo speciale con la scritta “Tokyo 2020 Olympic Torch Relay”. Atterrerà in Giappone venerdì mattina, orario locale, nella base aerea militare di  Matsushima, nella prefettura di Miyagi. Il 26 marzo inizierà ufficialmente la staffetta olimpica in territorio giapponese, nessun divieto al pubblico lungo il percorso ma solo la forte raccomandazione di attenersi alle misure di distanza predisposte. La partenza avrà un alto impatto emotivo, il via dal J-Village di Fukushima che nel 2011 fu utilizzato come base per le squadre di soccorso dopo il terremoto che provocò la morte di 18.000 persone. Il successivo tsunami danneggiò pesantemente la base nucleare di Fukushima con il crollo di tre reattori rendendo l’intera aerea nei pressi del J-Village vietata, ancora oggi la situazione della zona è molto difficile, la ricostruzione va a rilento e migliaia di persone sono costrette a vivere in alloggi temporanei.

 

Il viaggio della fiamma continua dunque ad essere avvolto da dubbi e inquietudini dovuti alla pandemia. Il principe Alberto di Monaco è il primo capo di Stato positivo al coronavirus, la nota pubblica arriva direttamente dal portavoce del Palazzo Reale di Montecarlo che però assicura: “Le condizioni di salute del Principe non destano preoccupazioni”. Dal 1985 Alberto Di Monaco è membro del CIO, in passato è stato anche vicepresidente della Commissione Atleti, vuole essere costantemente aggiornatao sulla situazione di Tokyo 2020. In Giappone gli analisti finanziari fanno previsioni di recessione, l’annullamento dei Giochi sarebbe un tracollo economico per l’intero paese. Durante i lavoro della commissione parlamentare il ministro delle finanze Taro Aso ha già definito quelle di Tokyo delle “Olimpiadi maledette”, facendo riferimento alla sua data di nascita, il 1940, anno in cui sempre Tokyo avrebbe dovuto ospitare le Olimpiadi che furono però annullate per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. “Speriamo sicuramente di avere una situazione in cui tutti possano almeno venire in Giappone sentendosi sicuri e felici, ma la domanda è come lo facciamo? È qualcosa che il Giappone da solo non può affrontare, non ho una risposta a tutto ciò”, la sincerità spiazzante di Aso in contrapposizione alla continua sicurezza ostentata dal premier Abe. “Le Olimpiadi si faranno”.  Il CIO continua a ribadire che non è necessaria una decisione drastica in questa fase quando mancano quattro mesi alla Cerimonia di Inaugurazione del 24 luglio. Il presidente del CONI Giovanni Malagò mercoledì ha usato molto spirito pratico dettando i tempi in diretta SkySport  24: “Continuiamo a lavorare per Tokyo 2020 ma è ovvio che navighiamo a vista. Per una eventuale decisione si aspetta la fine di maggio o l’inizio di giugno, è chiaro che oltre non si può andare”. Il numero uno dell’atletica mondiale Sebastian Coe conferma oggi: “Tutto è possibile, se bisognerà aggiustare le date lo faremo. La situazione è in perenne divenire, non c’è bisogno di prendere decisioni affrettate”.