Olimpiadi, Vanessa Ferrari: "Puntavo all'oro, ma sono felice dell'argento"
TOKYO 2020Storico argento nella finale al corpo libero di Tokyo 2020 per la 30enne bresciana: "L'ho desiderata tanto - ha raccontato a Sky Sport -, mi sarebbe piaciuto far suonare l'inno". Una medaglia azzurra che mancava dal 1928 nella ginnastica femminile: "Me ne renderò conto forse più avanti, però io puntavo più su…". E sul futuro: "Cercherò di capire quale sarà la scelta migliore per me"
Splendida medaglia targata Vanessa Ferrari, un argento storico per l’Italia nella ginnastica femminile. Secondo posto per la 30enne bresciana nella finale del corpo libero, vinta dalla statunitense Jade Carey, praticamente una liberazione come raccontato da Vanessa a Sky Sport: "Alla fine dell’esercizio, quando ho scoperto di aver vinto l’argento, ho detto 'finalmente ce l’ho fatta!'. L’ho desiderata tanto, ovviamente puntavo all’oro che era nelle mie possibilità visto che mi ero qualificata come prima. Mi sarebbe piaciuto tanto far suonare l’inno, ma sono felicissima così". Quanti inizieranno a fare ginnastica sulle orme di Vanessa? "Spero tante persone, mi piacerebbe dare l’esempio nel credere nei propri sogni nonostante le tante difficoltà. Vedo che finalmente anche nella ginnastica l’età si sta alzando, non è bello vedere solo ragazzine e poi tante che smettono per problemi e difficoltà. È bello vedere ginnaste più mature".
Ferrari: "Non volevo avere rimpianti"
Indistruttibile Vanessa, da applausi per mentalità dopo due quarti posti a Londra 2012 e Rio 2016 ma anche l’infortunio del 2017: "C’è stato un momento che pensavo di non recuperare dalla rottura del tendine. Ma non volevo avere rimpianti e mi sono posta l’obiettivo di andare a Tokyo. Mi sono qualificata all’ultimo a causa delle gare posticipate per via del Covid, ho pure cercato di tornare sugli altri attrezzi e non solo sull’individuale. Poi, comunque, una mia compagna si è fatta male e sono dovuta entrare in squadra". A distanza di quasi 100 anni dalla precedente (squadra ad Amsterdam 1928, i primi Giochi aperti alle donne), ecco la prima medaglia individuale nella ginnastica femminile: "Me ne renderò conto forse più avanti, diciamo che mi rimane il rammarico… Io puntavo più su. Sono comunque contenta di come ho fatto il mio esercizio". Più forte degli infortuni, come Jury Chechi, lei che è medagliata a Tokyo proprio come Franco Menichelli nel 1964: "Sono esempi da seguire, perché quando un atleta riparte da zero e torna più forte di prima significa tanto. Penso di esserci riuscita anch’io e di trasmetterlo alle nuove generazioni". E ora? "Chiuso al meglio il percorso che mi ero posta, farò un po’ di vacanza e poi cercherò di capire cosa fare nel futuro e quale sarà la scelta migliore per me".