Il giorno dopo la finale del salto in alto e dopo i tanti problemi avuti, Gianmarco Tamberi parla della sua Olimpiade: "Difficile ora pensare di mettere ancora lo sport davanti a tutto ma questo non significa smettere". Sulla finale: "Mi prendo il merito di averci provato, l'ho fatto per attaccamento a questi colori e a chi mi ha sostenuto, 'finita' si dice solo quando è finita per davvero"
OLIMPIADI 2024, LA CERIMONIA DI CHIUSURA - LA PAZZA OLIMPIADE DI GIMBO
Il giorno dopo la finale del salto in alto e delle ore precedenti quasi da thriller per i problemi renali avuti, Gianmarco Tamberi torna a parlare della sua esperienza alle Olimpiadi di Parigi: "Ho dimostrato attaccamento a questi colori, sono contento di averci provato, lo dovevo a me, a coloro che mi hanno scelto come portabandiera e a chi mi ha sostenuto - spiega a Casa Italia - Tornare per i mondiali di Tokyo? Posso pensare a tutto ora. La cosa che faccio più fatica a vedere è di mettere di nuovo lo sport davanti a tutto. Ma è possibile che sia un pensiero di ora che può cambiare domani. Sicuramente devo del tempo a i miei amici e alla mia famiglia, ma questo non significa smettere".
"Mi prendo il merito di averci provato"
"Speravo in un epilogo diverso - prosegue Tamberi - Sicuramente adesso dovrò fare ulteriori controlli perché, oggi ho avuto un'altra colica. Non posso andare avanti così. Domani torno in Italia e vedrò cosa fare". A chi gli chiede cosa si provi nell'esser diventato un simbolo per i giovani ha risposto: "Mi fa piacere leggere i messaggi bellissimi di queste ore. 'Finita' si dice solo alla fine, e quando si lavora tanto come ho fatto io bisogna provarci anche se le cose sembrano finite prime". Il presidente Mei e il dt dell'atletica La Torre lo hanno definito "omerico". "Li ringrazio - aggiunge -, le parole sono più grandi di quello che ho fatto. Mi prendo solo il merito di averci provato, poi in pedana non è stato niente di speciale. Mi sono presentato come se non fosse successo nulla nelle ore precedenti".
"Questa Olimpiade forse ultima grande chance per superarmi"
Parlando dell'impegno messo nella preparazione ha invece specificato: "Se non avessi investito così tanto, magari a Tokyo non avrei vinto tanto. Ho messo lo sport davanti a tutto, era un sogno condiviso con tante persone con una dedizione e serietà uniche. Mi dispiace sia finita così, perché non è dipeso da me". Come si riparte ora? Gimbo non lo sa. "Difficile da dire, dopo Rio c'era voglia di riscatto, questa volta sarà diverso perché questa Olimpiade l'ho vista come l'ultima grande chance per capire dove potevo arrivare. La preparazione era stata quasi perfetta, agli Europei di Roma avevo esordito con 2.37 e penso sia stato il miglior debutto stagionale. Era andato tutto bene".