Una 'Scuola Futura' per lo sci? Nasce il progetto tra sport e scienza

A un anno esatto da Milano-Cortina 2026, Scuola Futura sbarca a Cortina d’Ampezzo, ai piedi dell’Olympia delle Tofane, pista storica e sede di alcune gare proprio ai Giochi Olimpici, per un progetto sportivo e culturale all’insegna dei valori olimpici. Un camp itinerante, ideato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con l’obiettivo di promuovere in tutta Italia attività didattiche e laboratori di interesse culturale e scientifico. E soprattutto sportivo, elemento essenziale all’interno della vita di ciascuno di noi, perché aiuta il fisico e apre la mente, insegnando l’impegno, la dedizione, il rispetto di se stessi, del proprio corpo, e dell’avversario. E allora quale luogo migliore, se non uno dei luoghi più prestigiosi e magici, per poter unire sport, cultura e tecnologia? A Cortina d’Ampezzo si sono riuniti infatti giovani delle scuole superiori provenienti da tutte le zone d’Italia, per una quattro giorni di attività legate ai Giochi Olimpici e Paralimpici. Laboratori ispirati al palinsesto dell’Olimpiade Culturale di Milano-Cortina 2026, un programma multidisciplinare e inclusivo che promuove i valori dello sport e delle Olimpiadi, attività multimediali, ore di formazione per i docenti e soprattutto le tanto attese gare di sci, in una competizione denominata Ski and Data Cup, in cui pratica sportiva e analisi dei dati hanno tenuto impegnati i ragazzi. Venti studenti e studentesse provenienti da dieci delegazioni scolastiche di tutto il territorio nazionale, provenienti da Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto, si sono sfidati in due competizioni distine: lo Slalom Gigante sull’Olympia delle Tofane, e una gara di sci di fondo nella prestigiosa Nordic Arena di Dobbiaco. Due eccellenze del nostro territorio che hanno ospitato i ragazzi per, rispettivamente, alcune sessioni di gara. Tutte le montagne italiane simbolicamente rappresentate, in una competizione sportiva ma non solo, perché ogni ragazzo ha indossato una pettorina con dei sensori, per essere costantemente monitorato su velocità, accelerazione e equilibrio. E così, una volta tolti gli sci, i ragazzi si sono trovati a scuola per elaborare tutti i loro dati, studiarli e provare a capire come migliorare nella sessione successiva, analizzando e monitorando i loro movimenti. Una competizione a coppie, un ragazzo e una ragazza, e inedita, perché se il 50% del valore complessivo era dato dalla pratica sportiva, l’altro 50% veniva valutato dalla capacità di trovare le risposte ai quesiti statistici e matematici riguardo alla propria perfomance sugli sci, in un connubio tra sport e tecnologia che allarga gli orizzonti e i linguaggi. Tra l’emozione di poter calpestare la neve dell’Olympia delle Tofane, una pista che ha fatto la storia, e la curiosità di vedere oltre il semplice slalom tra le porte, trasformandosi in quattro giorni in veri e propri professionisti. “E’ emozionante perché probabilmente i Giochi Olimpici non li farò mai - ride Eleonora, che viene da Bormio e ha fatto una delle prestazioni migliori a livello assoluto – però è bello competere su una pista storica come questa che ospiterà le Olimpiadi. Ed è interessante vedere l’analisi dei dati e capire come scio, non ho mai avuto questa opportunità”. Un modo per imparare divertendosi, un laboratorio didattico che mette lo sport al centro delle attività di questi ragazzi, che riescono a far coincidere la scuola con la pratica sportiva e agonistica. “Capisci i tuoi punti di forza da valorizzare e cosa devi migliorare. Io per esempio devo riuscire a valorizzare la spinta in entrata curva, e cercare di rallentare il meno possibile, quindi essere più pulito possibile nella seconda fase”, dice invece Federico, originario della provincia di Brescia, al termine della sua manche. E oltre tutto si impara a conoscere meglio gli altri e se stessi, provando costantemente ad alzare l’asticella. “Ti dice la tua velocità massima e media, la tua accelerazione, il tuo equilibrio tra una curva e l’altra, credo sia un ottimo modo per migliorare la tecnica”, dice invece Asia, anche lei una delle migliori. Viene dalla provincia de L’Aquila e ha raccontato così la sua esperienza. “Ho imparato a sciare a 3 o 4 anni, e non ho mai smesso. Ho iniziato a Roccaraso, lì sull’Appennino fa più caldo, la neve è più morbida e difficile, il tracciato si buca più velocemente rispetto a qui che fa più freddo, il traccato tiene meglio e le prestazioni sono migliori. E poi avere l’opportunità di sciare qui è davvero un’emozione unica!”. E dall’Olympia si passa a Dobbiaco, un altro gruppo, stesso format, diversa gara: lo sci di fondo. “Abbiamo fatto due manche da 5 km l’una, e una volta che ci siamo trovati davanti ai nostri dati ci siamo interrogati su come si può avere un ritmo più costante attraverso accelerazioni e decelerazioni, e come attraverso questo ritmo possiamo ottenere un miglior tempo di gara”, raccontano invece Antonia e Luigi, studenti provenienti dalla Calabria. Qui non solo i dati rispetto alla pratica sportiva, ma anche la capacità di osservarsi e modificare tecnica e tattica di gara, per conoscere quale sia quella più efficace. “Siamo migliorati molto, abbiamo cambiato tecnica tra una manche e l’altra, prima con l’alternato e poi con il pattinato, osservando anche gli altri ragazzi - dicono invece Diego e Sofia da Domodossola - e ci siamo anche resi conto di come l’inclinazione influenzi. Se sei destro per esempio, magari spingi più sulla sinistra per compensare e non avevo idea che influisse così tanto sul tempo”. Insomma un incontro tra sport e tecnologia che insegna a porsi delle domande su di sé e sulla propria performance, e a trovare delle risposte, affidando ai ragazzi tutti gli strumenti possibili per poter conoscere ogni aspetto della pratica sportiva, senza trascurare nulla, divertendosi, imparando ma soprattutto avendo l’opportunità di vivere un’esperienza unica.

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Andrea Colnago